sabato 31 dicembre 2011

ACI CASTELLO 31 DICEMBRE 2011
Il sottostante messaggio è redatto da Antonio Di Pietro. Come Circolo di Aci Castello concordiamo in tutto e per tutto. Ricordando, ancora una volta, che IDV è sempre vicino ai lavoratori, qualsivoglia sia l’estrazione politica e culturale.

"Faccio i più caldi e sinceri auguri a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori italiani.
Questo è un Paese strano. Quando i politici e i privilegiati dicono: “L'Italia ha vissuto al di sopra delle sue possibilità” intendono dire: “Noi abbiamo vissuto sulle spalle dell'Italia”. Quando dicono: “Adesso è il momento di pagare” , vogliono dire: “Adesso è il momento che voi lavoratori paghiate”.
Si prepara un anno molto duro e molto poco equo. L'impegno solenne dell'IdV per il 2012 che viene sarà quello di adoperarci con tutte le nostre forze, in ogni momento, per battere quella odiosa iniquità.
Un augurio particolare ai precari, che da troppo tempo vengono derubati del loro futuro perché chi non ha nessuna sicurezza non può progettarsi un futuro, e ai lavoratori che hanno perso il lavoro o che rischiano di perderlo nei prossimi mesi: le operaie della Omsa, i vigili del fuco precari, gli operatori della rete Wind, gli operai di Termini Imerese e troppi altri. Ma anche a tutti coloro che il lavoro non l’hanno mai trovato e lo cercano disperatamente e chi ha lavorato tutta una vita e si vede tagliare la giusta pensione guadagnata faticosamente. I diritti dei lavoratori devono essere la prima e assoluta emergenza del governo Monti.
Siamo stati al vostro fianco lungo tutto quest'anno."

mercoledì 21 dicembre 2011



Mi piace pensare che il Natale riesca a cancellare le incomprensioni, l'indifferenza, la cattiveria che purtroppo caratterizzano la vita di molti, lasciando posto ad una grande apertura di cuore.
Auguri anche per un migliore anno 2012

lunedì 19 dicembre 2011

E'incomprensibile questo PD. Oggi sembra vicino ai lavoratori e agli Italiani che si riconoscono nei valori della Costituzione, del diritto al lavoro ecc. ecc. Il giorno dopo, peggio dei peggio dei politici di maggioranza che hanno distrutto il paese Italia governando, come dei bravi soldatini che fanno gli interessi del monarca.

Quella a seguire è l'ultima novità di uno degli esponenti di spicco del PD.


Zitto zitto, il capogruppo del Pd Dario Franceschini ha presentato alla commissione Affari costituzionali della Camera una legge fatta apposta per togliere un altro po' di democrazia e di potere ai cittadini . Se verrà approvata, il compito di verificare l'autenticità delle firme per i referendum non sarà più dei consiglieri comunali e provinciali ma solo dei sindaci e dei funzionari da loro delegati.Anche i bambini capiscono che in questo modo il potere dei partiti sulla possibilità di indire referendum si moltiplicherà. I quesiti che non piacciono né al Pd né al Pdl verranno semplicemente fucilati dai primi cittadini. E di quesiti di quel genere ce ne sono tanti anche in tempi normali, quando non stanno come adesso nella stessa maggioranza.Altra logica dietro la presentazione di questa legge non ci può essere. Perché mai affidare il potere di convalidare le firme solo ai sindaci dovrebbe garantire un miglior controllo, infatti, lo sa solo Franceschini. Così in realtà si toglie la principale caratteristica alla raccolta di firme: il volontariato. Infatti sono perloppiù volontari i cittadini che si adoperano per spiegare i quesiti e chiedere le firme, e lo fanno per senso civico e passione politica. I sindaci non potranno stare appresso a tutti i banchetti e i funzionari vorranno essere pagati per gli straordinari. Da chi? Dai Comuni che sono senza risorse? Dai volontari promotori? Anche se fossero solo 15 euro a banchetto si tratterebbe di centinaia di migliaia di euro che nessun comitato promotore formato solo da cittadini sarebbe in grado di pagare. Qualche giornale ha scritto che questo è un dispetto all'Italia dei Valori. Non è vero. La norma ammazza-referendum è un dispetto fatto proprio a quei cittadini che grazie alla raccolta firme referendaria hanno bocciato il nucleare, difeso l'acqua e i beni pubblici, affondato le leggi ad personam, chiesto di poter votare con una legge elettorale democratica.Non sono tutti elettori dell'IdV. Sono di tutti i partiti, moltissimi del Pd ma molti anche del Pdl. Senza contare coloro, e sono numerosissimi, che non si sentono rappresentati da nessun partito. E' a tutti loro che il capogruppo democratico vuol fare non un dispetto ma un gravissimo torto. A loro e alla democrazia, di cui in questo Paese tutti i partiti parlano ma sembra che pochi la sopportino. Prima si sono fatti una legge elettorale che riempie il Parlamento di nominati invece che di eletti dal popolo. Ci vorrebbero non più di due settimane per cambiarla e ripristinare, per prima cosa, le preferenze. Diciamo le cose come stanno: se non lo si fa è perché a quasi tutti i partiti il potere di nominare i parlamentari va benissimo.Poi è arrivato un governo composto da persone anche loro nominate e non elette da nessuno. Quindi quel governo ha imposto una manovra pesantissima, che cambia la vita di milioni di italiani, praticamente senza passare per il Parlamento. Adesso vogliono togliere anche quel poco di democrazia diretta che c'è grazie ai referendum.Io non voglio fare troppa polemica, ma mi permetto di dire a Dario Franceschini che non è così che si salva l'Italia. Così, amici del Pd, la si condanna.

venerdì 2 dicembre 2011


Via libera dall'ufficio centrale per il referendum presso la Corte di Cassazione ai due quesiti referendari sulla legge elettorale. Le 500 mila firme a sostegno della richiesta ci sono tutte, e con un ampio margine. Le verifiche, infatti, si sono fermate quando il primo quesito ha raggiunto la soglia delle 534.334 firme valide e il secondo 531.081.
L'ufficio elettorale ha concluso i suoi lavori di certificazione tenendo un margine più ampio di quello richiesto dalla legge indicato in mezzo milione di firme. Un altro successo dell'Italia dei Valori e di quanti, in meno di due mesi (tra agosto e settembre) si impegnarono per quella raccolta di firme che il Presidente del Comitato referendario, Andrea Morrone definì: "Un miracolo popolare". Era il 30 settembre 2010 e in Cassazione vennero consegnate più di un milione e 200mila firme.Un grande successo di popolo che dimostra l'impegno e la voglia di democrazia e di trasparenza che serpeggia tra i cittadini italiani.
Cosa accadrà ora? Dopo la Cassazione la palla passa alla Corte Costituzionale, che valuterà l'ammissibilità del referendum. L'ok da parte della Corte costituzionale darà di fatto il via alla campagna referendaria e il voto si terrà la prossima primavera, tra il 15 aprile e il 15 giugno. A meno che, prima, in materia non legiferi il Parlamento, o che non vengano sciolte le Camere.
Grande, naturalmente, la soddisfazione del leader Idv antonio Di Pietro che ricorda: “Quest'estate l'Italia dei Valori, insieme ad altre forze politiche, alla società civile e ai cittadini, invece di andare al mare, ha raccolto 1 milione e duecentomila firme per cambiare la legge elettorale”. Di Pietro sottolinea come, "con l’attuale normativa possa succedere quel che è già accaduto in questa legislatura, dove ci sono stati ben 157 parlamentari che hanno cambiato casacca, perché nominati dalle segreterie di partito e, pertanto, questi non rispondono agli elettori. Quindi, chiediamo a gran voce che ci lascino fare questo referendum, senza che si inventi una qualche leggina ad hoc per boicottarne le finalità. Poi, dopo il referendum, si deve dar corso alle due emergenze del Paese: una economica, l'altra democratica, perché non è possibile che una società civile abbia un governo ed un Parlamento senza la fiducia dei cittadini. Quindi - conclude Di Pietro -, Monti attui i provvedimenti che aveva promesso, all'insegna dell'equità e della giustizia sociale, per poi tornare alle urne e permettere ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti”.