venerdì 25 dicembre 2009

CIRCOLO DI ACI ASTELLO
via IV NOVEMBRE 35
ACI CASTELLO





affettuosi Auguri a voi tutti ed alle vostre famiglie
- di un felice Natale
- ed uno splendido 2010

sabato 12 dicembre 2009

Guardie svizzere e mezzobusto

articolo di Travaglio...

Il Papa ha detto una cosa saggia, sul meccanismo di assuefazione indotto dall’overdose di notizie negative che tv, giornali, radio, Internet riversano sull’umanità: “Ogni giorno il male viene amplificato abituandoci all’orrore e intossicando le coscienze”. Giusta constatazione, nemmeno troppo originale: a furia di vedere orrori, ci si fa il callo, si diventa cinici, ci si sente “spettatori” e mai responsabili, mentre il disvalore di certi comportamenti evapora nelle coscienze. Naturalmente Benedetto XVI parla alla cattolicità universale. Pensa alle guerre, alle violenze, alla fame, a tutte le forme di sfruttamento. Potrebbe aggiungere che l’ossessione delle gerarchie per la morale, i divieti, gli anatemi e le scomuniche oscura spesso l’essenza del cristianesimo, che è resurrezione, redenzione, misericordia, perdono, gratuità, ma lasciamo stare. Poi un giornale, La Stampa, interpella i mejo direttori del bigoncio per un “commento a caldo” alle parole del Papa. E questi personaggini piccoli piccoli, il cui orizzonte non va al di là della buvette di Montecitorio, rispondono sui casi D’Addario e Marrazzo, come se il Papa non pensasse ad altro. Il più in forma è Bruno Vespa, dicesi Bruno Vespa, quello che racconta l’Italia come un film di Dario Argento e gl’italiani come un popolo di serial killer, avendo trasformato lo studio di “Porta a Porta” in un istituto di medicina legale dove si sezionano cadaveri, si effettuano autopsie, si periziano brandelli di organi a favore di telecamera, e nei momenti più lieti si sguazza fra i trans di via Gradoli e dintorni. Bene, quel Vespa lì congiunge le mani in preghiera e salmodia: “Il Papa ha perfettamente ragione. Qualche volta, in buona fede, rischiamo di amplificare le situazioni più scabrose”. Ecco, porello: lui non vorrebbe mai, ma poi, in buona fede, gli scappa ora un plastico, ora un cranio spappolato di bambino, ora un mestolo insanguinato, è più forte di lui. Feltri, colto sull’inginocchiatoio nel raccoglimento del vespro di mezza sera, turibola: “Parole sagge, speriamo che le ascoltino tutti. La vita pubblica si è inasprita e i giornali sono schierati”. Lui del resto, quando pubblicò la falsa informativa di polizia che dava del gay a Dino Boffo, già presagiva l’alto monito pontificio. Anche l’altro giorno, quando ha dato dei “picciotti” mafiosi ai ragazzi del No B. Day, l’ha fatto per anticipare l’appello del Papa raccontando le cose buone che accadono in Italia. Poteva mancare, nella fiera del tartufo, un salmo di Augusto Minzolini? No che non poteva. “Il mio Tg1 - si macera il pio Scodinzolini, stretto nel tradizionale saio di frate penitente - fa già ciò che auspica il Papa: si veda come ha trattato le vicende delle escort e il caso Marrazzo con un profilo basso, da servizio pubblico. Se tutti si fossero adeguati, non saremmo qui”. Ecco, si veda. Per la verità, quelle che lui chiama “le vicende delle escort” lui le ha censurate, mentre il caso Marrazzo l’ha amplificato come non mai. Ma, si badi bene, non s’è trattato di censura, bensì di devozione preventiva all’ammonimento del Santo Padre. Se i telespettatori del Tg1 non sanno nemmeno chi è la D’Addario, non è perché entrava e usciva da casa Berlusconi, ma per evitare che le coscienze vengano assuefatte da un eccesso d’informazione che potrebbe abituarle all’orrore. Se gl’italiani sapessero che il premier che vuole sbattere in galera le prostitute e i loro clienti (escluso, si presume, se stesso) riceve prostitute a domicilio e poi le fa mettere in lista per le comunali di Bari, resterebbero intossicati dal meccanismo perverso dei mass media. Dev’essere per questo che quell’altra guardia svizzera di Antonello Piroso ha censurato su La7 il servizio di Silvia Resta sulle trattative fra Stato e mafia nel 1992-’93: per non addolorare vieppiù il Santo Padre.

lunedì 16 novembre 2009

CARA ACQUA

Sull'acqua e sulla gestione dei sistemi idrici la posizione dell'Italia dei Valori è che essa deve rimanere pubblica, come si addice ad un bene essenziale, che non può essere ridotto ad una merce.
Nel corso di questo mese di Novembre il governo Berlusconi discuterà, in Commissione al Senato, della conversione in legge del decreto 135 del 2009 e, se approvato, la gestione di tutto il sistema idrico, in poco più di un anno sarà in mano ai privati.

Già oggi la gestione pubblica dell'acqua è molto compromessa, infatti a seguito della legge 133 del 2008, che fu uno dei primi provvedimenti e tra i più sciagurati del governo Berlusconi, la gestione dell'acqua può essere affidata ad una Impresa privata, alla stregua di un servizio di rilevanza economica e non come un bene pubblico.
Pur tutta via era data facoltà alle amministrazioni locali e ai loro consorzi di poter esercitare questa gestione attraverso società interamente pubbliche e sulle quali l'ente locale o il consorzio esercitasse, però, un indirizzo e un controllo come se si trattasse di un suo ufficio interno o una municipalizzata.
Era una situazione precaria e sempre in bilico verso la caduta del servizio idrico nelle mani dei privati, ma attraverso questa facoltà molte amministrazioni, nel nord e nel centro dell'Italia, hanno potuto mantenere la gestione pubblica dell'acqua.

Ora, nel testo approvato in commissione, questi affidamenti a società interamente pubbliche vengono fatti decadere improrogabilmente nel 2011 a meno che l'amministrazione locale non ceda il 40% delle sue quote nella società a soggetti privati, che ne prendono in mano la gestione. Come dire che si salvano le gestioni pubbliche a patto che esse finiscano in mano ad un privato, magari molto ben ammanicato con gli amministratori compiacenti.

Per questo è necessario sollevare la più ferma protesta e adoperarsi per far crescere la mobilitazione popolare, avverso la conclusione della discussione in Commissione al Senato della conversione in legge dell’anzidetto decreto 135 del 2009, che suona come una campana a morto per la gestione pubblica dell'acqua.

Ove malgrado tutto la Legge dovesse essere approvata, da un Parlamento che ha solo il compito di ratificare quanto concordato da Berlusconi e dai suoi alleati, I.d.V. proporrà Referendum abrogativo della stessa Legge.
A QUESTE CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE BISOGNA AGGIUNGERE LO SCANDALO CHE SI È PERPETRATO A CATANIA DOVE
L’amministrazione comunale “regala” 10 milioni di euro alle Acque di Casalotto s.p.a,.
Da tempo, infatti, era in atto un contenzioso in cui il Comune, per un verso era debitore di 5,5 milioni di euro, ma per un altro era anche creditore di oltre 16 milioni di euro nei confronti della società Acque di Casalotto s.p.a
Infatti, successivamente alle dimissioni del Sindaco Scapagnini, la gestione commissariale retta dal commissario straordinario Vincenzo Emanuele, il cui compito doveva limitarsi alla semplice gestione ordinaria del Comune di Catania, andando oltre le proprie attribuzioni ha autorizzato una transazione tra Comune e società Acque di Casalotto s.p.a., di cui è legale rappresentante Domenico Bonaccorsi attuale presidente dell’Assindustria di Catania, e con una semplice scrittura privata, firmata nel più totale segreto, l’amministrazione comunale ha concordato una transazione con la quale il comune di Catania rinunciava ai suoi crediti, “regalando” così alla società Acque di Casalotto s.p.a. oltre 10 milioni di euro. Tutto ciò anche in violazione del bilancio preventivo 2008, approvato dal consiglio comunale di Catania, ove sono tuttora inscritte le somme a debito e quelle a credito riguardanti la società Acque di Casalotto s.p.a..
E’ inammissibile, visto che Catania resta uno dei Comuni più indebitati d’Italia e la cui cittadinanza è stata costretta per mesi a vivere con illuminazione ridotta o del tutto inesistente, che si sperperi il denaro pubblico in regalie a questo o quel potentato economico.
E AD ACI CASTELLO ??????
STIAMO VERIFICANDO NOTIZIE E FATTI SULLA GESTIONE DELLA SOCIETÀ ACQUE DI CASALOTTO S.P.A.. AD ACI CASTELLO.
PRESTO SCOPRIRETE DELLE NOTIZIE INTERESSANTI.
SAREBBE OPPORTUNO, PER CHI LEGGE, SE A CONOSCENZA DI DISAVVENTURE CON “Acque Di Casalotto” DI INFORMARCI.
UN FORUM GARANTIREBBE UNA MAGGIORE TUTELA NEI CONFRONTI DI NOI TUTTI.

mercoledì 21 ottobre 2009

...facciamo il loro gioco...

Le solite manfrine, le solite facce, la solita gente che è sempre pronta a ripetere il nuovo diktat come fosse un salmo responsoriale. Una settimana passata a parlare di “calzini turchesi” , di “stravaganze” che non lo sono e di cene “inneggianti” alla fine di Berlusconi descritte da testimoni oculari, ma top secret o di CSM schierato che “promuove i giudici anti-Berlusconi”. Il solito strano destino ha voluto infatti che la seduta per il passaggio di carriera del giudice Mesiano sia stata presieduta dal consigliere Michele Saponara, membro laico del CSM, ex parlamentare di Forza Italia ed ex sottosegretario di Stato all'Interno nei governi Berlusconi 2 e 3 . Chi di complotto ferisce di complotto subisce e ora alla luce dei fatti, una persona comune in questa situazione potrebbe trovarci chissà che collegamenti e dietrologie. Ora per assurdo, ragionando come un'agente Betulla qualsiasi, potremmo incredibilmente pensare che le motivazioni e la tempistica siano state scelte ad arte, tramite contatti nel CSM, per creare un aura di malafede e di dubbi nei confronti del Consiglio Superiore della Magistratura e del magistrato promosso. Un clima creato ad hoc sia per screditare la sentenza su Fininvest ma anche in vista della futura riforma della giustizia. Un teoria assurda? Certo, perché proprio nella nota del CSM le date delle decisioni prese in merito all promozione di Mesiano sarebbero antecedenti a tutto il resto, includendo chiaramente la sentenza Fininvest:


«Abbiamo seguito una procedura ordinaria. La pratica è stata aperta d'ufficio il 21 maggio scorso e il 29 settembre ha ricevuto il primo via libera dalla commissione competente, presieduta dal laico di centrodestra Michele Saponara. Tutto è avvenuto quindi, ben prima della sentenza di condanna della Fininvest che è stata depositata il 3 ottobre»


Basterebbe questa nota del CSM per far capire anche ai più interdetti la semplice inesistenza di qualsiasi ideologia o complotto, ma purtroppo non è cosi.
La mie teoria , per quanto assurda che sia, ha la stessa validità di quella i vari Capezzone, Cicchitto, Gasparri, Pecorella, Bondi, Brachino, Feltri, Sallustri, etc etc. continuano a propinarvi. C'è una sola differenza ed è quella che io non ho a disposizione ne giornali, ne portavoce, ne TV e radio per continuare a ripeterla, fino a farvela entrare in testa e convincervi se sia la verità.
Lo diceva anche Joseph Göbbels che «ripetere una bugia cento, mille, un milione di volte la fa diventare una verità» e quindi, come non fidarsi del Ministro della Propaganda del Terzo Reich di Adolf Hitler.
Risvegliati Italia!

venerdì 16 ottobre 2009

ARMIAMOCI DA QUESTA ONDATA DI FANGO CHE CI "LAVA" IL CERVELLO NOTTE E GIORNO...

ecco i fatti (da ripetere ai mille bananas di turno)
alcuni sono già stati pubblicati qui nel blog, ma è bene essere sintetici:



1. Non è vero che - come strillano i berluscones e ripete Pappagalli della Loggia sul 'Corriere della Sera' - "innovando la sua stessa giurisprudenza la Consulta ha stabilito che una legge ordinaria non basta, ci vuole una legge costituzionale" per immunizzare le alte cariche. Già nella sentenza del 13.1.2004 che bocciò il lodo Schifani, la Corte scrisse: "Alle origini dello Stato di diritto sta il principio della parità di trattamento rispetto alla giurisdizione. regolato da precetti costituzionali". Poi, per respingere il lodo, ritenne sufficienti quattro profili di incostituzionalità nel merito; quanto al fatto - pure contestato dal Tribunale di Milano - che la schifanata era solo una legge ordinaria, tagliò corto: "Resta assorbito ogni altro profilo di illegittimità costituzionale". Dunque, non disse mai che, per derogare al principio di eguaglianza, basta una legge ordinaria.

2. Non è vero - come scrive Angelo Panebianco sul 'Corriere' - che "nel '94 la caduta del governo Berlusconi fu propiziata dalla garanzia offerta ai congiurati che non ci sarebbero state immediate elezioni anticipate. Ma al Quirinale oggi siede un vero custode della Costituzione come Napolitano". Il primo governo Berlusconi cadde perché la Lega gli tolse la fiducia in dissenso sulla riforma delle pensioni. Scalfaro, con buona pace dello smemorato editorialista, fece quel che gli imponeva la Costituzione: verificò l'esistenza di un'altra maggioranza e la trovò intorno al governo Dini, scelto dallo stesso Berlusconi, che poi gli negò la fiducia. Nessuna congiura, nessun 'ribaltone'.

3.Trattiamo le ultime elezioni, quelle europee.
Non è vero che Berlusconi rappresenta il 68 o il 72 per cento degli italiani né che - come strombazza Panebianco - "gode di consensi più forti, secondo i sondaggi, di qualunque governo del recente passato al secondo anno". Le Europee di giugno parlano chiaro: il Pdl ha raccolto 10.807.794 voti, cioè il 35,26% del 60,81% dei voti validi, cioè il 21,47% degli aventi diritto. E la Lega il 6,21%. L'opposizione parlamentare si divide il 24,75%, quella non approdata in Parlamento oltre il 10, mentre il totale di astensioni, bianche e nulle tocca il 37,17. Traduzione: il centro-destra rappresenta meno del 28 per cento degli elettori, il Pdl un italiano maggiorenne su 5. Berlusconi ha raccolto la miseria di 2,7 milioni di preferenze: il 5,7 per cento degli elettori, poco più di uno su 20

4. Non è vero che Berlusconi è stato "eletto dal popolo". L'Italia è una Repubblica parlamentare: il popolo elegge il Parlamento che esprime una maggioranza in cui il capo dello Stato pesca il presidente del Consiglio. Se il Cavaliere, troppo occupato con i giudici o le escort, non ha tempo per governare, può passare la mano a un collega di partito. Come fanno in tutte le democrazie i politici indagati (imputati non ne risultano).

martedì 13 ottobre 2009

LAVAGGIO DEL CERVELLO

Stiamo assistendo in questi giorni ad un lavaggio del cervello davvero enorme..
In qualsiasi canale tu ti trovi spunta un Brachetto od un martelli o magari un belpietro che ti racconta la favola che la Corte Costituzionale è un organo politico perchè ha contraddetto, con la sentenza che dichirato illegitimo il LODO ALFANO, la sua sentenza sul LODO SCHIFANI.

A parte il fatto che, come ben sappiano tutti, la Corte può anche dissociarsi, modificare, sviluppare, cambiare indirizzo giurisprudenziale (basta pensare alle sentenze che noi tutti abbiamo studiato, quelle che riguardano la norme comunitarie...)
ma quello che mi fa ORRORE è che si mistifica la realtà, si piega a proprio volere ciò che deve essere piegato per la "causa" del nano.
tutto in sua funzione.w berlusconi! (come lui stesso va dicendo)
Ebbene si sostiene, l avete sentito tutti, che la corte nel 2004 aveva affermato la possibilità che il lodo poteva essere introdotto nel nostro ordinamento anche attraverso una legge ordinaria (anche il presidente della Repubblica- volutamente con la p minuscola- aveva sottolineato tale massima nel momento che ha promulgato il lodo alfano)
MA davvero dice cosi la sentenza del 2004?
OVVIAMENTE NO!
La Corte costi. come ben sappiamo quando è chiamata a decide sulla legittimità di una legge si ATTIENE ai rilievi di incostituzionalità eccepiti dal giudice de quo.
E questa è la cdd. "economia processuale"
LA corte ovviamente non analizza la legge X rispetto a tutte le norme della Cost. ci metterebbe UNA VITA!
Sappiamo bene infatti che la stessa legge, ritenuta legittima dalla corte in prima battuta possa poi essere ritenuta illegitima se il giudice de quo argomenti meglio la sua eccezione di costituzionalità, cambi le norme costi. ritenute violate, ecc..
e questo appunto è per l'economia dei processi.

Cosa accadde al lodo Schifani?
la COrte l'ha ritenuto illegittimo per contrasto con l'art 3 e 24 della Costi.""... Resta assorbito ogni altro profilo di illegittimità costituzionale"
Quale l'art138

(ricordo in breve cosa ha dichiarato la corte:
il lodo è generale:relativa a ogni tipo di reato
automatico: non soggetta a valutazione di alcun genere
durata non determinata:reiterabile, quindi, per l'effetto della eventuale reiterabilità degli incarichi
non rinunciabilità del lodo
estende la immunità anche al presidente della Corte costituzionale che pari tra gli altri giudici costi.)

Come se non bastessa basta poi leggere la sentenza 2004 , la quale a chiare lettere afferma la necessità di una legge costituzionale:
"In ragione del carattere rigido della Costituzione, nessuna fonte può modificarla surrettiziamente, qualora ne pregiudichi una o più norme: le limitazioni sostanziali o processuali della (altrimenti assoluta) responsabilità del funzionario - ex art. 28 Cost. - devono individuarsi in altre norme costituzionali ...
Inoltre la differenziazione delle discipline processuali con riferimento a fatti extrafunzionali viola il principio di eguaglianza (non sopprimibile nemmeno con una legge di revisione costituzionale). Pertanto l'art. 3, primo comma, Cost. non può essere derogato, senza che sulla validità della deroga vi sia verifica da parte di questa Corte. ...la sottoponibilità al sindacato permarrebbe comunque, poiché le immunità valgono soltanto nei limiti delle previsioni costituzionali, e qualsiasi legge ordinaria che ne ampliasse l'ambito sarebbe incostituzionale."


QUINDI NESSUN GOLPE, NESSUNA SENTENZA POLITICA, SOLO DIRITTO.

domenica 11 ottobre 2009

la bufala dei consensi (bulgari)

Lo psiconano è il presidente del Consiglio meno amato dagli italiani negli ultimi 150 anni. Lo sanno tutti meno che lui.
Il Grande Bugiardone ripete le sue fesserie convinto che qualcuno gli creda e ciò puntualmente avviene, perché siamo un paese di analfabeti e decerebralizzati. La balla che il 68,7% degli italiani sta con lui è proprio indecente come del resto qualunque cosa che fa o dice! Alle ultime elezioni politiche abbiamo avuto uno dei più alti numeri di astenuti della storia repubblicana. I non votanti sono stati ben il 19,5%. Per la Camera i votanti in Italia dovevano essere 47,3 milioni, ma votò solo l'80,5%. Le schede bianche o nulle furono 1.386.151 su 37.936.692, dunque il 3,65%. Se si somma chi non ha votato ai vari partitini che non raggiunsero l'1% si arriva quasi al 30% di elettori. Se dall'80% levo il 30% resta il 50% da dividere tra i due schieramenti più Di Pietro, Lega e Udc, e giù qui la pretesa di Berlusconi di avere il 68,7% dei consensi diventa grottesca, ma gli italiani sono degli analfabeti che non sanno contare. Su 47,3 milioni il Pd ha preso 12.092.998 voti, il Pdl 13.628.865, Lega Nord 3.024.522, Udc 2.050.319, Di Pietro 1.593.675.
Dunque il Pdl ha avuto il 28,8% dei voti potenziali, ma quale 68,7!?!?
Ma anche qui si truffa. Il 28,8% di chi ha votato ha votato il Pdl è formato da vari partiti. Personalmente ha ottenuto solo 2.700.000 preferenze, dunque è stato scelto personalmente dal 5,7% degli elettori, e questa è una cifra bassissima che può essere superata facilmente da qualunque attore, presentatore, cantante o calciatore. Insomma Berlusconi non è nessuno.Vince perché gli altri sono ancora meno!.

domenica 27 settembre 2009

SCUDO FISCALE

Tito Boeri, economista della Bocconi, risponde alla richiesta del “Fatto” al capo dello Stato di non firmare.

Questa è una legge incivile, ma credo che Napolitano abbia già fatto quello che poteva evitando gli venisse presentata in una forma anche peggiore di quella attuale», dice al “Fatto” il professor Tito Boeri, economista della Bocconi e animatore del sito lavoce.info.

C’era bisogno di fare uno scudo fiscale per portare in Italia i capitali degli evasori?

Con lo scudo un po’ di capitali rientreranno ma molti ne usciranno. Perché chi ha portato i soldi fuori e non ha pagato le tasse viene premiato e quindi continuerà a farlo. Approvare un condono significa preparare il terreno per i successivi, perché si riducono gli incentivi dei contribuenti ad avere un corretto rapporto con il fisco. E questo è ancora più grave perché in campagna elettorale Tremonti aveva promesso in televisione, davanti agli italiani, che non ci sarebbero più stati condoni dopo quelli varati nei precedenti governi Berlusconi.

Quindi chi ci guadagna sono solo gli evasori che, pagando il cinque per cento della somma da rimpatriare possono mettersi in regola con il fisco?

Sì, è un regalo. Lo scudo, per come è stato strutturato, si configura come una vera e propria amnistia per molti reati societari. Anche in questo è diverso dalle misure che sono state adottate in altri Paesi, come gli Stati Uniti e Gran Bretagna, dove il rimpatrio dei capitali sottratti al fisco è fino a dieci volte più costoso che in Italia ed è accompagnato da operazioni di trasparenza che costringono gli evasori a rivelare la propria identità e come hanno nascosto i capitali. Una “disclosure” che serve a impedire che in futuro le stesse persone (e altre) commettano gli stessi reati. Da noi c’è l’amnistia, l’anonimato e ce la si cava pagando il 5 per cento. Un vero incoraggiamento a delinquere.

Ammettiamo che Tremonti abbia ragione e che all’erario servano con urgenza soldi freschi. C’erano altri modi per trovarli? C’è sempre la possibilità di riallocare la spesa pubblica senza fare regali agli evasori. L’Europa in questo momento non ci assilla per recuperare 5 miliardi (questo sarebbe, nella migliore delle ipotesi, il gettito dello scudo) per non sforare i vincoli. L’Unione e i mercati ci chiedono di rendere il nostro debito pubblico sostenibile. Ciò che li preoccupa da questo punto di vista è l’abbassamento della guardia dal lato delle entrate compiuto da questo governo, con lo smantellamento di molti controlli. Gli annunci estivi della guardia di finanza e i procedimenti contro nomi noti sono stati mera propaganda. La verità è che ci sono state direttive ministeriali per ridurre i controlli fiscali e quelli sui contributi sociali. Non è credibile che si debbano aspettare le entrare dello scudo per ridurre le tasse sul lavoro.

Perché non si sono utilizzati per questo i 12 miliardi risparmiati con l’abbassamento dei tassi di interesse sui titoli pubblici?

Non è certo facendo regali agli evasori - e alle banche che riceveranno questi capitali - che si esce dalla recessione.

Il Partito democratico ha annunciato battaglia ma, finora, è stato poco incisivo. Su cosa dovrebbe battere per incidere sull’opinione pubblica?

Sì, dall’opposizione si sono levate rare voci critiche contro la politica economica inesistente di questo governo. Dovrebbe invece chiedere al governo di fare proprio in questo momento le riforme di cui il Paese ha bisogno per uscire dalla crisi, a partire dagli ammortizzatori sociali. E di tagliare le rendite, cominciando dalle concessioni televisive per arrivare ai contributi ai giornali di partito, cui sono andati gran parte dei ricavi della Robin tax, la tassa il cui ricavato doveva aiutare i più poveri. Il governo ha poi varato interventi selettivi a favore di gruppi di pressione, come la Fiat, che ha ottenuto i suoi incentivi targati Multipla bipower. E ora ne chiede di nuovi.

Tremonti le risponderebbe che c’è la crisi e non si poteva fare una politica economica più ambiziosa senza causare dissesti irreparabili nella finanza pubblica.

Questo non è corretto. L’Italia aveva la possibilità di fare manovre anticicliche e in disavanzo. Ma non le ha fatte. E il risultato è che il nostro paese sta facendo peggio degli altri pur non avendo vissuto crisi bancarie e bolle immobiliari. Misure come lo scudo fiscale peggiorano i conti pubblici perchè riducono in modo permanente la credibilità del fisco e della sua capacità di raccolta.. Come dimostrano i risultati di misure analoghe varate in passato da Berlusconi. I condoni rendono quindi il problema del debito pubblico strutturalmente più grave, perché viene percepito come più rischioso.

Sul “Fatto” Bruno Tinti ha spiegato perché il presidente della Repubblica non dovrebbe firmare lo scudo fiscale, perché questo spinge “il nostro Paese ancora più in fondo nel precipizio di immoralità che ci sta separando dai Paesi civili”. Che ne pensa?

Non sono un giurista e quindi non me la sento di giudicare se ci siano i margini per un intervento di questo tipo. Certo lo scudo contiene un’amnistia e viene introdotto come emendamento di un decreto. E questi sono fatti gravissimi. La mia impressione però è che Napolitano abbia già fatto molto. Credo sia grazie al suo intervento che è stata evitata la possibilità di usare lo scudo per i procedimenti penali in corso, come prevedeva la versione originale dell’emendamento Fleres che lo ha esteso al falso in bilancio. Ma anche così questa resta una legge incivile che dimostra come il vero problema politico che emerge da questa situazione sia l’approccio del governo alla crisi.


Intervista di Stefano Feltri (da Il Fatto Quotidiano n°5 del 27 settembre 2009)

mercoledì 16 settembre 2009

CHI PAGA?

Visto che ormai nelle trasmissioni dove interviene il Presidente del Consiglio si registra una debacle, un netto crollo degli ascolti, ritengo che Silvio Berlusconi debba apparire e danneggiare le sue televisioni, e non quelle del servizio pubblico.

Mentre Vespa raccatta un umile 13,47% di share, Mediaset si frega le mani con gli incassi pubblicitari dei suoi canali che accolgono i fuggiaschi delle reti Rai. E così ci si ritrova nella grottesca situazione di un Presidente del Consiglio che per favorire le sue aziende danneggia la Rai. Insomma, mentre i contribuenti perdono soldi, lui si riempie le tasche. Ma se la Tv di Stato è questa, allora non ha senso pagare alcun canone e, visto che con il calo dello share si danneggia anche l’erario, e visto che Vespa considera ‘Porta a Porta’ un suo programma, allora mi chiedo se non debbano essere lui o Masi a colmare questo buco nelle casse pubbliche. Il loro comportamento si profila come un utilizzo di mezzi e soldi pubblici per favorire gli interessi di un singolo individuo.

Ringrazio i cittadini italiani per aver seguito lo spot propagandistico “Io boicotto Porta a Porta”, grazie a loro è stato registrato un crollo dello share della trasmissione. Bruno Vespa è stato il boia della Rai di questo martedì, quando il governo Berlusconi sarà solo un ricordo, certamente, anche il signor Vespa finirà nel dimenticatoio. E colgo l’occasione per ribadirgli che non esistono proprietari di programmi pubblici e che io sarò a ‘Porta a Porta’ per ricordarglielo e per esigere la risposta che i cittadini aspettano alla seguente domanda: “Come mai Berlusconi per farsi intervistare sceglie lei invece che i suoi colleghi?”.

La trasmissione di ieri è stata “da copione”, una sequela di autocompiacimenti da voltastomaco, un soliloquio di un uomo isolato, arrogante e debole. Silvio Berlusconi, quello che ha corrotto Mills nel più colossale processo di evasione fiscale ai danni dei contribuenti, si permette di dare dell’evasore al direttore di Repubblica, dimostrando di essere un mentitore senza ritegno e approfittando dell’ignoranza di molti cittadini, zoccolo del suo elettorato, che non ne conoscono la biografia.

Nei prossimi mesi effettuerò una capillare campagna di volantinaggio, in ogni angolo del Paese, per diffondere la biografia di Silvio Berlusconi che è on line sul sito di Wikipedia. Perchè chi naviga in internet sa perfino il numero di tessera P2 di quest’uomo, ma molti cittadini, per età o per impedimenti tecnici, ancora non hanno mai letto cosa è stato capace di fare questo impresentabile Presidente del Consiglio.

Il primo dei tre obiettivi rilanciati ieri, cioè quello di boicottare ‘Porta a Porta’, è stato raggiunto, grazie a tutti voi. Il raggiungimento degli altri, che sono riportati di seguito, dipende dai partiti cosiddetti di opposizione e dal Presidente della Repubblica, dal quale attendiamo un segnale.

lunedì 10 agosto 2009

TELEREGIME

La vicenda della Rai sta mostrando in maniera sempre più efficace e scoperta quali sono le intenzioni di Berlusconi dal punto di vista dell'informazione. Nomina lui direttamente i direttori di testata, e lo dice in maniera sfacciata durante una conferenza stampa: “Siete contenti? Come vi trovate con i direttori che ho nominato io?”. Bisognerebbe dire “non c'avevamo pensato”.

In realtà, dal punto di vista ufficiale, i direttori di testata dovrebbero essere nominati dal Cda Rai con la promozione diretta del suo direttore generale Mauro Masi, che non va dimenticato che proviene dalla segreteria generale di Palazzo Chigi, alle dipendenze di Berlusconi fino a poco tempo fa, e con l'approvazione del Presidente Garimberti. Insomma, le nomine dovrebbero appartenere al mondo interno della Rai.

Il Presidente del Consiglio, con la sua classica faccia di bronzo e con la sfacciataggine più colossale del mondo, prende la posizione più ferrea contro l'unico telegiornale che continua a dare notizie, il Tg3.

Questa è la realtà oggi in Italia. Il Tg1 ha sistematicamente nascosto, per volontà del suo direttore Minzolini, le notizie riguardanti il giro di donne a pagamento nelle residenze del Presidente del Consiglio. Il Tg1 ha smesso di dare notizie, il Tg2 si barcamena ma è molto più vicino alla linea del Tg1, mentre il Tg3 non fa "niente di speciale": si limita a dare le notizie.

Siccome il Tg3 si limita a dare le notizie, per esempio quelle sulla crisi economica, il Presidente del Consiglio si arrabbia, perché la sua intenzione è di avere un'informazione che dica soltanto quello che vuole lui.

Mettere le mani su tutto, lasciare alla dialettica democratica il meno possibile e costringere la Rai a lavorare per Mediaset. La questione di Sky è più che efficace per spiegare la faccenda.

La Rai esce da Sky, nonostante la cosa gli costi una quantità enorme di quattrini: deficit del canone, deficit della raccolta pubblicitaria e in aggiunta il deficit del mancato guadagno per il pagamento da parte di Sky. Tutto questo la Rai lo deve fare perché cosi permette a Mediaset, con cui condividerà una futura piattaforma digitale e satellitare, di fare concorrenza a Sky sulle Pay Tv.
In pratica la Rai, la televisione pubblica italiana, è diventata lo strumento per far lavorare meglio Mediaset.

Questa è la situazione dal punto di vista dell'informazione in Italia.
Il Partito Democratico di queste cose se ne rende conto assai poco. Tende ad annebbiare la questione, non vuole prendere la consapevolezza del fatto che andando avanti di questo passo ci troveremo con una democrazia che in realtà è una pura parvenza. Sarebbe ora che ci pensassero e che se ne rendessero conto, e noi faremo tutto il possibile perché ciò avvenga.


di PANCHO PARDI

giovedì 23 luglio 2009

INDRO QUANTO CI MANCHI...

Da Marco Travaglio..


Otto anni fa a oggi moriva Indro Montanelli. Nel 1994 era stato il primo, da posizioni conservatrici e dunque non prevenute, a intuire la minaccia che il suo ex editore Silvio Berlusconi entrato in politica rappresentava per la democrazia. Il 7 giugno 1994 il Cavaliere, premier da appena un mese, attaccò la Rai dei “professori” (la più lontana mai vista dalla politica) illustrando la sua personalissima concezione del pluralismo:

“È certamente anomalo che in uno Stato democratico esista un servizio pubblico televisivo contro la maggioranza che ha espresso il governo del Paese. La Rai è faziosa, contro il governo che la gente ha voluto. La gente è d’accordo con me, questa Rai non le piace: me l’ha detto un sondaggio. Il governo se ne occuperà tra breve”.

L’indomani, sulla Voce, Montanelli scrisse che quel delirio dimostrava

“una allarmante confusione concettuale fra Stato e governo… Alla ‘gente’ la prospettiva di sei reti televisive... che, accantonati dibattiti e risse, intonino l’osanna al nuovo regime e al suo ‘timoniere’, probabilmente piace. Lo dimostra l’indifferenza con cui il cosiddetto uomo della strada ha accolto le dichiarazioni del timoniere... Io avevo i pantaloni corti quando Matteotti fu assassinato. Ma ricordo i discorsi che la gente intorno a me faceva. Dopo sei mesi di campagne giornalistiche al calor bianco... in cui nessuno era più in grado di distinguere la verità dalle menzogne, la gente accolse con sollievo il discorso del 3 gennaio 1925 con cui Mussolini imbavagliava la stampa e annunziava la dittatura... Berlusconi non è Mussolini... Ma è proprio questo clima di facilismo, di esenzione non dai problemi (di questi ce ne sono), ma da quelle angosce esistenziali che ci rendono ricettivi ai grandi princìpi, che può spianare a Berlusconi la strada verso una ‘democrazia del balcone’. Non quello di Palazzo Venezia, che gli andrebbe troppo largo. Ma quello della Casa Rosada, che consentiva a un Perón di arringare la folla... Ce la farà perché la gente è con lui, non con noi. E quando la gente si mette dietro qualcuno, gli uomini delle ‘comunicazioni di massa’ finiscono per mettersi dietro la gente. Queste cose le abbiamo già viste all’alba della nostra vita. Mai ci saremmo aspettati di rivederle al tramonto. Ma sembra che così debba essere”.

A rileggerlo oggi, quell’articolo profetico, mi rimbomba nella testa il ricordo delle “campagne giornalistiche al calor bianco... in cui nessuno era più in grado di distinguere la verità dalle menzogne” che precedettero l’avvento del regime mussoliniano. E’ il ritratto dei giorni nostri. Per settimane ci siamo sentiti ripetere che Patrizia D’Addario raccontava frottole. “Non è mai andata a casa del premier” (Niccolò Ghedini). “Non esistono registrazioni della D’Addario, a meno che qualcuno se le inventi” (ancora Ghedini). “Non sapevo che fosse una escort altrimenti non l’avrei frequentata né tantomeno l’avrei portata a cena dal presidente” (Giampaolo Tarantini). “Il presidente non sapeva che io rimborsassi le ragazze” (ancora Tarantini). “Non ho alcun ricordo di questa donna, ne ignoravo il nome e non avevo in mente il viso” (Silvio Berlusconi). “Purtroppo abbiamo sbagliato l’ospite” (ancora Berlusconi). “Non ho mai pagato una donna, naturalmente, non ho mai capito che soddisfazione ci sia, se non c’è il piacere della conquista” (ancora Berlusconi). “Qualcuno ha dato un mandato molto preciso e benissimo retribuito a questa signora D’Addario… un progetto eversivo” (ancora Berlusconi).

Ora, dalle conversazioni registrate dalla stessa D’Addario e pubblicate dal bravissimo Antonio Massari sul sito dell’Espresso, si scopre che hanno mentito tutti: Berlusconi, Ghedini, Tarantini, giornali e turiferari al seguito. Solo la D’Addario ha sempre detto la verità, senza prendere un euro per farlo. L’unico che l’ha “retribuita” è Tarantini, col quale Berlusconi si sentiva anche dieci o venti volte al giorno. Ma avrebbe dovuto pagarla anche il premier, secondo i patti. “Mille te li ho già dati – le dice Tarantini – poi se rimani con lui ti fa il regalo solo lui”. Ma Berlusconi se ne dimentica, promettendo però un interessamento per un’operazione immobiliare cara alla signora, e lei se ne lamenta con Giampi: “Niente busta però… Tu mi avevi detto che c'era una busta. Mi ha fatto un regalino, non so, una tartarughina…”.
Di fronte allo scandalo di quest’ennesima vagonata di menzogne di Stato, che occupa le pagine di tutti i giornali e i siti del mondo intero, il capo dello Stato non trova di meglio che attaccare quei pochi che fanno opposizione e auspicare “tregue” e “riforme condivise” (con chi? Con Papi? Con l’Utilizzatore Finale? Con il Puttaniere di Stato e i suoi ruffiani?). Al Pappone pensa di cavarsela dicendo “non sono un santo” (come se il problema fosse questo). I tg parlano d’altro (memorabile, l’altra sera, il mega-servizio del Tg1 di Menzognini su un ghiacciaio dell’Antartide). Pigi Battista, sul Corriere, farfuglia di “denunce pubbliche di comportamenti privati” e di “incursioni sputtanatorie”, dimenticando forse che il premier è un bugiardo matricolato e la signora D’Addario era candidata alle elezioni comunali di Bari nel Popolo delle libertà soltanto un mese fa.

Poveracci con la voce bianca o col caschetto mèchato alla Mastro Geppetto calunniano chi racconta i fatti sul Giornale di Papi. Mavalà Ghedini, sbugiardato platealmente dalle registrazioni, continua ad arrampicarsi sugli specchi, sostenendo contemporaneamente che i nastri sono falsi (“materiale del tutto inverosimile e frutto di invenzione”) e che chi li ha pubblicati ha violato il segreto investigativo (dunque sono veri, se lui stesso ipotizza che siano in possesso della Procura di Bari). Avvocati un tempo “democratici” e “garantisti”, come il rifondarolo Giuliano Pisapia, si alleano con Mavalà invocando sul Giornale indagini per “ricettazione” contro il giornalista che li ha pubblicati. Forse a questi principi del foro sfugge che le registrazioni non sono opera della magistratura o della polizia giudiziaria: le ha fatte, lecitamente, Patrizia d’Addario, e se le ha passate a qualche giornalista per dimostrare la propria attendibilità prima che venissero segretate, nessuno ha violato alcun segreto né alcuna legge. Il Giornale della ditta si scatena a demolire Patrizia con ogni sorta di insulto, senz’accorgersi che così peggiora la posizione dell’”utilizzatore finale”, il Cavalier Padrone, che la ricevette in casa sua per due volte, ci trascorse una notte “nel lettone di Putin”, le regalò due gioielli, promise di aiutarla in una pratica immobiliare, ci fece colazione insieme anzichè fare gli auguri al neoeletto presidente americano Obama, le raccontò dei suoi impegni istituzionali e internazionali, la richiamò al telefono e le diede appuntamento ad altri incontri per “farti leccare da una mia amica”, mentre il partito a Bari la candidava nella lista del ministro Raffaele Fitto, “La Puglia prima di tutto”. La poveretta si era perfino bevuta la promessa del Cavalier Bugiardoni:

D’Addario: E poi mi ha fatto una promessa…
Tarantini: Cioè?
D’Addario: Che… va beh te lo posso dire, tanto tu sei la guardia di tutto, mi ha detto che mi mandava gente sul cantiere. L'ha detto lui, quindi ci devo credere?
Tarantini: Sì, e va beh se lo dice lui…

Povera donna: “L’ha detto lui, quindi ci devo credere”. Infatti s’è visto com’è finita la storia. Come con il Contratto con gli italiani. Come con l’impegno in Sardegna a tenere il G8 alla Maddalena. Come con la promessa di ricostruire l’Aquila in men che non si dica. Ora, almeno, c’è un cittadino in più – Patrizia - che non si fida delle promesse del Re Sòla. E’ già qualcosa. Gli altri, un giorno o l’altro, seguiranno. Forse.
Indro, quanto ci manchi.

martedì 21 luglio 2009

NOI IGNORANTI DELLA COSTITUZIONE...

Noi che, poveri ignoranti, non conosciamo la Costituzione, pensavamo che i poteri e i doveri del Presidente della Repubblica fossero quelli indicati dalla Costituzione. E cioè:
- rappresentare l'unità nazionale
- inviare messaggi alle Camere
- indire le elezioni delle Camere
- autorizzare la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del governo
- promulgare le leggi ed emanare i decreti aventi valore di legge e i regolamenti (oppure rinviare le leggi alle Camere in caso di manifesta incostituzionalità)
- indire il referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione
- nominare il presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri
- nominare, nei casi indicati dalla legge, i funzionari dello Stato, ma anche i senatori a vita e alcuni giudici costituzionali, ma anche i membri delle autorità di garanzia
- accreditare e ricevere i rappresentanti diplomatici, ratificare i trattati internazionali, previa, quando occorra, l'autorizzazione delle Camere
- comandare le Forze armate, presiedere il Consiglio supremo di difesa, dichiarare lo stato di guerra deliberato dalle Camere
- presiedere il Consiglio superiore della magistratura
- concedere la grazia e commutare le pene
- conferire le onorificenze della Repubblica
- sciogliere le Camere o anche una sola di esse, sentiti i loro presidenti.

Noi che, poveri ignoranti, non conosciamo la Costituzione non riusciamo a trovare un solo rigo nella medesima che autorizzi il capo dello Stato a chiedere notizie di un’indagine che non gli garba (come fece Napolitano nel dicembre scorso con quella della Procura di Salerno sui magistrati corrotti di Catanzaro); o a promulgare una legge facendo sapere per lettera che non gli piace per niente (come ha appena fatto col pacchetto sicurezza); o ad anticipare al governo che non firmerà un decreto (come ha fatto col decreto Englaro) o che non promulgherà una legge se non sarà modificata (come ha fatto con la legge-bavaglio sulle intercettazioni).

Noi che, poveri ignoranti, non conosciamo la Costituzione non vi abbiamo trovato alcun articolo che consenta al capo dello Stato ad auspicare “una revisioni di regole e di comportamenti” in materia di intercettazioni e cronaca giudiziaria, a parlare di “abusi”, a invocare “soluzioni appropriate e il più possibile condivise” (come se una porcata votata da molti fosse meglio di una porcata votata da pochi). Né abbiamo trovato un solo articolo che gli permetta di invocare “tregue” nell’attività di opposizione e di informazione sul capo del governo coinvolto in scandali (sui quali il rappresentante dell’unità nazionale non ha mai proferito una sillaba). Ma forse, non volendo neppure immaginare che stia sbagliando lui, il problema è nostro: evidentemente abbiamo, della Costituzione, un testo vecchio e superato.

Ignoranti come siamo, poi, non abbiamo capito nemmeno a quali indagini egli si riferisca quando, per l’ennesima volta, invita misteriose entità a “non indulgere alla spettacolarizzazione delle vicende giudiziarie e dei processi”. Visto che le nomina il capo dello Stato, sappiamo invece che le Autorità indipendenti sono anche affar suo, e da mesi speravamo che si accorgesse di un paio di presenze inquietanti al loro interno. L’Autorità Garante della Privacy è vicepresieduta da un certo Giuseppe Chiaravalloti, plurinquisito in Calabria per gravissimi reati e sorpreso al telefono con la sua segretaria a invocare l’eliminazione fisica, a opera della “camorra”, del magistrato Luigi De Magistris. Dell’Autorità Garante delle Comunicazioni fa parte il forzista Giancarlo Innocenzi, sorpreso a trafficare con il premier Berlusconi (che lui chiama “Grande Capo”) per acquistare senatori del centrosinistra e per procacciare lucrosi contratti a un produttore berlusconiano impegnato nella compravendita dei senatori medesimi (vedi intercettazioni riportate nel nostro libro “Papi”). Purtroppo, il capo dello Stato ha citato quest’ultima Autorità per raccomandare ai giornalisti di attenersi all’«importante codice di autoregolamentazione» da essa fissato per censurare le notizie scomode al potere.

Ignoranti come siamo, pensavamo anche che gli uomini delle istituzioni fossero soggetti a critiche, tantopiù legittime quanto più alti sono i loro scranni. Invece abbiamo ieri appreso dall’Augusta Favella che “chi mi critica non conosce la Costituzione”. Insomma ogni critica alla sua Intoccabile Persona è lesa maestà, come nei regimi sovietici a lui tanto cari fino agli anni 50 (memorabile il suo elogio nel 1956, davanti al Comitato centrale del Pci, della repressione sovietica dei moti di Ungheria).
Pensavamo anche che il capo dello Stato non dovesse scendere nell’agone politico, per bacchettare questo o quello come un Capezzone o un Cicchitto o un Quagliariello qualsiasi. Invece l’ha fatto con Antonio Di Pietro, reo addirittura di avergli chiesto di non promulgare leggi palesemente incostituzionali anziché chiosarle con la piuma d’oca. Mal gliene incolse: Napolitano l’ha chiamato sarcasticamente “guerriero” accusandolo di “vano rotear di scimitarra”. Era dai tempi di Cossiga che un capo dello Stato non se la prendeva frontalmente con un leader dell’opposizione (fra l’altro isolatissimo e solitario, dinanzi a un governo strapotente e strafottente e a un’opposizione inesistente): solo che, contro Cossiga, il Pci di Napolitano chiese l’impeachment trattandolo da golpista. Sui “guerrieri” alla Berlusconi & C. che roteano scimitarre tutt’altro che vane contro i magistrati e i giornalisti liberi, mai un sospiro dal Quirinale. Sui guerrieri alla Bossi & C., che ogni due per tre minacciano di “tirar fuori i fucili e i mitra” o di “oliare i kalashnikov”, ora contro i “comunisti” ora contro i “terroni” ora contro i “negri”, mai una parola dal Quirinale: un conto sono i fucili, i mitra e i kalashnikov, un altro le scimitarre.

Ignoranti come siamo, pensavamo che non rientrasse fra i compiti del capo dello Stato giudicare l’attendibilità di testimoni d’accusa in questo o quel processo: invece, ieri, Napolitano ha deciso che le nuove rivelazioni di Spatuzza, Riina, Ciancimino jr. e altri sui mandanti esterni delle stragi di mafia & Stato “vengono da soggetti per lo meno discutibili” e comunque non bisogna parlarne: secondo Napolitano quelle rivelazioni, totalmente ignorate da gran parte dei telegiornali di regime, “sono state accolte da un clamore un po’ eccessivo”. In effetti, ne ha financo parlato qualche quotidiano.
La prossima volta, per favore, silenzio. Il Presidente riposa.

venerdì 3 luglio 2009

ITALIA DEI VALORI, ECCOCI QUA!

La grande affermazione ottenuta dall’IDV alle elezioni ha destato grande sorpresa, nei non ‘addetti ai lavori’. Per chi, come me, ha fatto direttamente la campagna elettorale la sorpresa non c’è stata.
Ecco la grande responsabilità a cui siamo chiamati. L’IDV sta svolgendo, in Italia, una funzione essenziale. Dicono che sia il partito dell’anti-politica. Non è vero. E’ il partito che ancora trattiene molti dal gettarsi nell’anti- politica, nel qualunquismo.
E’ l’ultima forza cui molti italiani affidano il compito di operare una profonda riforma dell’agire politico, dei metodi, delle pratiche.
Non sottrae elettori al PD, o a Rifondazione, li sottrae al non-voto. Ed in questo senso è veramente miope l’atteggiamento di taluni improvvisati commentatori. Non si rendono conto che solo grazie al nostro lavoro umile, alla nostra trasparenza nei finanziamenti, ai nostri rigorosi principi, talune fasce della popolazione si sentono ancora rappresentate. Ora dobbiamo evitare di deludere le aspettative.
Il primo fronte sarà quello delle politiche locali. Abbiamo un leader che, oggi, è il più prestigioso d’Italia. Abbiamo un messaggio forte, quello della legalità. La legalità vera: quella che non chiede il rispetto delle leggi solo a poveri e disagiati, ma a tutti, politici compresi. L’intervento locale deve essere in linea con il messaggio del nostro partito. Ogni errore in questo campo viene pagato doppio, quadruplo. Il nostro è un partito di opinione, che si basa sulla stima di cui è circondato. Non è il partito dello scambio degli interessi, del mercato dei favori. Il clientelismo non solo è sbagliato e contrario ai nostri principi, è anche dannoso.
Ogni voto guadagnato con un favore non dovuto, viene pagato con decine di voti di opinione perduti.
Chi oggi si avvicina al nostro partito è giusto che lo sappia. Se vuole operare con l’IDV deve agire correttamente sul territorio, deve agire per il bene dell’intera collettività locale.
Oggi l’IDV è cresciuto, ha bisogno degli apporti di persone nuove, di persone che operano sul territorio, che operano nel sociale, di persone in gamba, animate dalla volontà di cambiare il nostro paese. Il nostro è, e sarà sempre di più, il ‘partito della società civile’. Il partito di coloro per i quali, l’impegno in politica non è nei congressi e nelle sedi di partito, ma nelle strade, negli ospedali, nei luoghi di lavoro.
Viceversa, l’IDV, non ha bisogno di persone che vedono nel nostro partito solo un ‘taxi’ (su cui si sale, ci si fa portare a destinazione e poi si scende) per gestire un piccolo potere, per ottenere un posticino, per fare diventare edificabile il proprio terreno agricolo. Il partito è però aperto a coloro che vogliono costruire un’Italia più libera e più giusta.
Vi aspettiamo.

Pietro Adami
(Pubblicato su “Orizzonti Nuovi” il giornale dell’Italia dei Valori del 30 Giugno 2009)

venerdì 26 giugno 2009

Giungono, da più parti, la richiesta di conoscere come si schiererà il Partito nel contesto Europeo.
Ecco quanto comunicato dalla sede Organizzativa.
"IDV conferma e ribadisce la propria adesione al raggruppamento politico europeo ELDR (Liberali, Democratici e Riformatori Europei) ed al corrispondente gruppo ALDE (Alleanza Liberali, Democratici e Riformatori) al Parlamento Europeo".
Anche se con ritardo riporto e-mail inviateci da Sonia Alfano, dopo gli auguri da parte nostra.

A tutte le persone che in questa campagna elettorale si sono spese in mio sostegno vorrei esprimere la mia più sincera gratitudine per avermi concesso l'onore di rappresentare la mia Nazione al Parlamento Europeo". (arrivata terza a livello nazionale per numero di preferenze all'interno del partito). "Poter servire il mio Paese è un emozione ed un onore senza pari ed il merito di un così straordinario successo personale va dato, senza alun dubbio, alle migliaia di persone che in tutta Italia hanno deciso di riporre la propria fiducia in me. Ringrazio tutti i miei elettori, Beppe Grillo ed i suoi meet up, Antonio Di Pietro, il mio straordinario staff formato da centinaia di ragazzi e di persone per bene che hanno speso il proprio impegno e la propria fatica in tutta Italia e tutti coloro che mi hanno fortemente sostenuta. Dedico la mia vittoria a tutte le persone che hanno sacrificato la propria vita per l'Italia e gli Italiani; alle vittime della ferocia mafiosa, della violenza terroristica ed a chi, giorno dopo giorno svolge il proprio dovere con rigore etico e spirito di servizio tra enormi difficoltà ed ostacoli. In questo momento il mio pensiero è rivolto a tutte le forze dell'ordine che pagano il prezzo della propria fedeltà al Paese scontrandosi contro la devianza di molte delle nostre Istituzioni, ai giornalisti che non si piegano al regime, ai magistrati che lottano contro poteri assai più forti per difendere la nostra Democrazia ed a tutti i ragazzi e gli adulti le cui speranze sono state distrutte da una classe politica pronta a speculare in ogni momento sulla pelle dell'Italia onesta. Si va in Europa, tutti insieme, per ridare a questa Nazione ed a tutti i suoi cittadini la dignità che meritano
Sonia Alfano

giovedì 18 giugno 2009

NON E' GOSSIP!!

NON E' GOSSIP il fatto che e un premier non abbia ancora detto chiaramente (nè tanto meno risposte alle pesanti accuse della MOGLIE ) cosa sia successo alla festa di noemi e di come l'abbia conosciuta.
NON E' GOSSIP il caso mills/berlusconi( iniziamo a dire anche il nome del corruttore..): ricordo a tutti ke il giudizio è nato proprio da UNA LETTERA DI MILLS al suo commercialista inglese!
Mica dalla testa di giudici rossi ed EVERSIVI!!CARTA CANTA!!
NON E' GOSSIP il fatto di aver pagato 3 ragazze per una festa nelle residenze del premier, non è assolutamente gossip parlare della vita del primo ministro.
NON ESISTE in nessun altro paese al mondo un tale atteggiamento, una tale insofferenza (per non dire altro) del premier nel rispondere ai giornali, e quindi al PAESE intero.

riporto il testo di dipietro:
Non è accettabile lasciar governare un uomo che consolida quotidianamente, nell’opinione pubblica del Paese, il dubbio che scelte e decisioni abbiano costantemente un retroscena vojeuristico e privatistico.
Non ho commentato la vicenda Noemi, nè le foto dei festini a Villa Certosa di Zapaddu e non commenterò la vicenda di Patrizia D’Addario che reputo private. Tantomeno commenterò le parole dell’avvocato e parlamentare Ghedini quando afferma che se mai fosse “vero” quanto filmato e registrato dalla D’Addario, il suo cliente Silvio Berlusconi sarebbe “l’utilizzatore finale e quindi mai penalmente punibile...”.
Ritengo che le vicende sopra riportate riguardino fatti privati, ma ritengo che le vicende private di persone pubbliche e delle istituzioni abbiano un impatto etico e morale sui cittadini.

Le vicende personali di Silvio Berlusconi, che lo coinvolgono un giorno si e l’altro pure, in scandali e gossip, nascondono un comun denominatore: la ricattabilità di una figura chiave delle istituzioni.
Gli interrogativi inquietanti dietro questi scandali sono molteplici:

quante persone possono ricattare il Presidente del Consiglio tra ragazze, amministratori, amici e parenti?
Quante lo hanno già ricattato?
Cosa hanno ricevuto in cambio?
A spese di chi?
Quali conseguenze pubbliche ha questa sua debolezza?
Quanti uomini ha dovuto mettere nelle istituzioni, ed in quali posizioni per sdebitarsi o contraccambiare?
Cosa è costretto a lasciare sul tappeto per riacquistare credibilità internazionale?
Portare militari in Afganistan?
Ospitare assassini fuoriusciti da Guantanamo?
Quale conto stanno pagando e pagheranno gli italiani per queste scelte, per questa ricattabilità?

In un momento in cui la disoccupazione oscilla tra il 10% ed un valore ignoto ed il pil è in caduta libera, lasciando intravedere una speranza di ripresa “ripida e faticosa” non prima del 2010, avremmo avuto bisogno di un Presidente del Consiglio forte e presente in Parlamento.
In una crisi come questa, un Premier come questo non ci voleva. E non ci vuole.Mandiamolo a casa al più presto.

domenica 14 giugno 2009

si segnala il messaggio inviato a Sonia Alfano (info@soniaalfano.it) e Luigi De Magistris (scrivimi@demagistris.it)

Oggetto: Complimenti
Gentili Sonia e Luigi, il circolo di I. d. V. di Aci Castello (dove avete tenuto un comizio nel corso del vs. giro elettorale e dove nel contempo si rinnovava, candidato Sindaco per I. d. V. lo scrivente, l’amministrazione Comunale) rappresenta le proprie felicitazioni per il risultato ottenuto.
Il vs. intervento è servito a smuovere un poco le coscienze. Tanto resta ancora da fare.
Spero, a presto, di rivedervi.
Cordialmente
Giuseppe Guglielmino

sabato 13 giugno 2009


Comunicato per gli amici di I.d.V. e per chi, con il proprio voto, ha provato a voltare pagina sul sistema "Comune di Aci Castello"
Si è contrari all’apparentamento, nel prossimo turno di ballottaggio, in quanto entrambi gli schieramenti rappresentano, nella sostanza, due facce dello stesso centro-destra. Entrambi senza un effettivo interesse per la sorte del territorio e di chi ci abita.
Sarà cura di I. d. V., assieme alle forze sane del Comune, avviare una positiva fase di controllo amministrativo al fine di evitare un ulteriore degrado del territorio. Coinvolgendo la cittadinanza, in tale contesto, ad una fattiva partecipazione.

martedì 9 giugno 2009

IL GIORNO DOPO...

Questo è il giorno delle riflessioni, dei commenti politici e non..
Noi cerchiamo di tirare le somme:
IDV 273 preferenze il 2.90% (media nazionale dell'idv alle amministrative)

GUGLIELMINO GIUSEPPE
25 voti

ARDIZZONE GIUSEPPE
14 voti

FAZIO DOMENICO MASSIMO
41 voti

Speravamo di piu?certamente si.
Siamo scontenti?certamente NO!
riuscire ad ottenere(e sappiamo in che condizioni) la preferenza di 273 persone, 273 persone libere che non si sono fatte condizionare da clientele, promesse, voti di scambio, ecc.. ed hanno votato liberamente per noi ci fa ONORE.Ne siamo orgogliosi.
Vi ringraziamo senz'altro del vostro voto, ma vi sproniamo a far sentire ADESSO la vostra presenza.
La sede la conoscete, sapete come rintrarciarci, non perdiamoci di vista adesso.
Cerchiamo di costruire una voce, UNICA, che rappresenti tutte le persone che non si sentono rappresentate nè da pennisi e la sua coalizione nè da drago.
Cerchiamo adesso di iniziare a creare un movimento di acicastello che possa davvero crescere ed aspirare all'ottimo risultato ottenuto dal CSA
( e qui colgo-la prima- l'occasione di ringraziare loro pubblicamente)
Cerchiamo quindi di non disperdere questa forza, che piccola non è affatto, e iniziamo FIN DA SUBITO ad aprire gli occhi, a STARE IN GUARDIA, perchè chiunque dovesse vincere il ballottaggio farà SOLO e SEMPRE i PROPRI SPORCHI INTERESSI.
NOI NON CI STAIMO!
E VOI?

sabato 6 giugno 2009

CHIUSA LA CAMPAGNA ELETTORALE, NON LA BATTAGLIA!

Si è chiusa ieri sera la Campagna Elettorale IDV.
E' stata davverDimensione carattereo faticosa, lo ammettiamo..MA NE E' VALSA LA PENA!!
Adesso però non è ancora finita, dobbiamo ben vigilare in questi due giorni di votazioni; io come altri rappresentanti di lista saremo ANCORA LI, ancora a tenere la posizione.
Non a caso sto usando termini bellici, termini che rievocano scontri, rappresaglie, BATTAGLIE!
E' STATA UNA BATTAGLIA la nostra, una battaglia con mezzi IMPARI, una battaglia nella quale il piu RICCO vinceva e la faceva da padrone: ma UNA BATTAGLIA DOVE NOI CI SIAMO FATTI VALERE!
ORA SERVE IL VOSTRO AIUTO!!
Noi nn promettiamo nè la luna nè il sole...ma di una cosa siamo certi :NON MOLLEREMO MAI!
NON SCOMPARIREMO DOPO LE ELEZIONI!

grazie ragazzi!

mercoledì 3 giugno 2009

COMIZI IDV

ECCO LA LISTA NELLA QUALE POTETE TROVARE TUTTI GLI ULTIMI COMIZI DELL' IDV-ACICASTELLO:


-03 GIUGNO, ORE 20.00 FICARAZZI, PIAZZA GIOVANNI 23°

-04 GIUGNO, ORE 19.30 ACICASTELLO, AI QUATTRO CANTI (PARTECIPERA' SONIA ALFANO, CANDIDATA ALLE EUROPEE IDV )

-05 GIUGNO, ORE 18.00 ACITREZZA, P.ZZA GIOVANNI VERGA (COMIZIO DI CHIUSURA)

-05 GIUGNO, ORE 19.30 ACICASTELLO, AI QUATTRO CANTI (COMIZIO DI CHIUSURA)




vi aspettiamo!!!

IO SO...

Io so che ci sono molti internauti che vistitano il blog,
so però che tali internauti non commentano e non sono mai venuti in sezione.
E' un peccato!
RAGAZZI ABBIAMO BISOGNO DI VOI!!ORA PIU' CHE MAI!!!
La campagna elettorale sta volgendo a termine, i giochi sono quasi fatti, ma non è detta l'ultima parola!
Noi siamo consapevoli di non avere i mezzi, le disponibilitò e le risorse degli altri competitors ma, siamo sicuri di quanto VALIAMO, di quanto le nostre IDEE siano GIUSTE e SERIE, per una politica comunale GIUSTA E SERIA.
Chiamiamo quindi a raccolta tutti i simpatizzanti, tutti gli amici, tutti i ragazzi volenterosi; i nostri contatti li avete, i nostri indirizzi(reali e virtuali) pure:FATEVI SENTIRE! ;)

A PRESTO IL CALENDARIO DEGLI ULTIMI COMIZI ELTTORALE DELL'IDV.

;)

domenica 31 maggio 2009

CANDIDATO SINDACO: GEOM. GIUSEPPE GUGLIELMINO


VOLANTINO

E' LA GIUSTA COSA DA FARE!

Lettera aperta del candidato Sindaco ai Concittadini

Fare il Sindaco del Comune in cui si è nati e vissuti è un grande onore e nel contempo una grande responsabilità.
Negli anni molti scempi sono stati perpetrati, molte iniziative sono rimaste delle semplici utopie.
Una corretta amministrazione permette una migliore qualità di vita dei concittadini. Ecco perché ho creduto giusto mettere al servizio di Aci Castello la mia credibilità e la mia passione per la politica avendo il sostegno del partito IDV ossia il partito di “mani pulite”.

I candidati Sindaci, in questo periodo pre elettorale, vengono a bussare alle vostre porte con la scusa di confrontarsi, di conoscere ed ascoltare i bisogni di tutti.
In realtà sono venuti a promettere posti di lavoro, ad interessarsi di una pratica che da tempo giace presso qualche Ufficio comunale, presso l’ASL e quant’altro. Tutto questo interesse svanirà come neve al sole il giorno dopo la conclusione delle amministrative.
Non desidero tediarvi con l’esposizione di un interminabile programma elettorale ma preferisco esprimere i miei pensieri sul “buon governo” scrivendo queste poche righe che potrete leggere e spero condividere.
Il Partito, di cui mi onoro esserne il portavoce per queste amministrative, si batte per l’interesse vero dei cittadini impegnandosi giornalmente e tenacemente.
I principali problemi che assillano il Comune, sotto gli occhi di tutti, si possono così riassumere:

- liberarsi dagli sperperi per le locazioni dei locali destinati ad Uffici comunali e di contro riattare quegli edifici di proprietà Comunale ancora esistenti sul territorio e/o costruirne di nuovi; liberarsi dal ricorso alle consulenze esterne e valorizzare le risorse professionali esistenti all’interno dell’apparato Comunale. Ciò consentirebbe il risparmio di centinaia di migliaia di euro l’anno.

- Il traffico paralizza le strade Comunali non soltanto nel periodo estivo ma (ahime!) tutto l’arco dell’anno. I parcheggi rimangono delle chimere perché non si son voluti toccare “interessi particolarmente forti” che nessuna delle amministrazioni precedenti ha in alcun modo contrastato. Un solo parcheggio (via F. Crispi) è stato realizzato ma il relativo contratto (al pari degli stalli a pagamento) si è rivelato un capestro per la Comunità; tutto ciò dovrà essere riesaminato subito dopo le elezioni. Occorre, altresì, realizzare la bretella stradale di Ficarazzi così come quella a monte dell’attuale SS 114 che snellirebbero il traffico che regolarmente soffoca Acitrezza, Aci Castello e Cannizzaro.

-Il mare, di impareggiabile bellezza e sicura fonte di notevole sviluppo turistico, risulta inquinato dagli scarichi, perché alla depurazione non si è mai pensato seriamente. Stessa sorte spetta al porto di Acitrezza che viene riqualificato, in maniera superficiale, solo nel periodo elettorale. Il porticciolo di Aci Castello versa in peggiori condizioni in quanto è lasciato, sempre, nell’abbandono più assoluto malgrado le proteste inascoltate di coloro i quali il mare lo vivono in modo viscerale.

-Dovranno essere riesaminati i contratti relativi al servizio di nettezza urbana e di fornitura dell’acqua ad uso umano, perché non rispecchiano le esigenze di chi abita nel territorio Comunale.

-Assoluta mancanza di spazi di aggregazione per i cittadini del Comune ed in particolare per i bambini ed anziani. Emblematica l'incuria in cui sono lasciati i nostri beni culturali. Il castello Normanno continua a sgretolarsi anno dopo anno e nulla o ben poco viene fatto per ridurre questo degrado mentre andrebbe operata con assoluta urgenza una manutenzione straordinaria. Il parco letterario del Verga sino ad oggi non è riuscito a divenire punto di riferimento culturale di un territorio che ha ispirato i maestri della letteratura.
Il cimitero che dovrà restare nel sito attuale sarà ampliato e completato mentre le costruzioni adiacenti, se contrastano detto ampliamento, dovranno essere demolite e ricostruite altrove

-Il Piano Regolatore Generale dovrà costituire un valido strumento di pianificazione e gestione del territorio che tuteli e non privilegi chicchessia.

-Le politiche sociali dovranno ispirarsi ai valori della solidarietà e rafforzare le associazioni di volontariato e la cooperazione sociale incentivando le forme di organizzazione spontanea delle famiglie e dei piccoli gruppi e nel contempo promuovere tutte le possibili iniziative a sostegno degli anziani.

La sfida non è facile, ma con la Vostra fiducia potrà essere vinta.

venerdì 15 maggio 2009

CANDIDATO SINDACO


Geom. GUGLIELMIMO GIUSEPPE

LA PRIMA VOLTA DELL'IDV

Per la prima volta l'IDV, circolo Acicastello, si presenta da solo e con una PROPRIA LISTA alle ELEZIONI COMUNALI del 6 e 7 GIUGNO prossimo.
Un occasione importatissima per noi e per voi.

Di seguito il PROGRAMMA ELETTORALE e la foto del nsotro CANDIDATO SINDACO: Geom. GIUSEPPE GUGLIELMINO.






PRIORITA’ PROGRAMMATICHE
Aci Castello dei cittadini
a) Evitare le spese inutili ed improduttive (consulenze esterne, locazioni di edifici Comunali, servizi di pullman al solo scopo di disastrare le finanze Comunali e quant’altro)
b) fondare l’azione amministrativa sulla partecipazione dei cittadini, anche attraverso la piena attuazione dello Statuto Comunale;
c) rafforzare la coesione sociale fondata sulla disponibilità di una rete qualificata di servizi;
d) intervenire sulla marginalità sociale, favorendo politiche di inclusione;
e) garantire il diritto collettivo alla città, recuperando e/o costruendo luoghi di socializzazione e di incontro;
f) valorizzare le risorse locali attivando un percorso di sviluppo fondato sulle sinergie fra risorse produttive e umane.
Aci Castello efficiente
a) nominare il City Manager: una figura da scegliersi tra persone di alto profilo professionale, con il compito principale di coordinare l'attività amministrativa e renderla più efficiente; nel contempo eliminare le consulenze esterne dando piena responsabilità alla Dirigenza esistente all’interno dell’apparato Comunale
b) rafforzare la capacità dell'amministrazione di reperire i finanziamenti, non solo quelli statali e regionali, ma soprattutto quelli comunitari, facendo ricorso anche alla leva del finanziamento privato. A tale scopo sarà necessario formare un gruppo di lavoro, da reperire all’interno dell’apparato Comunale, che sia preparato su ogni tipo di finanziamento, con una valida capacità di progettazione per il loro ottenimento;
c) informatizzare tutti i servizi, con il sito internet del Comune accessibile ed aggiornato;
d) rimodulare le tariffe e le imposte con attente e precise scelte tese a salvaguardare i livelli di protezione sociale esistenti e futuri.
e) Rivedere i servizi per la raccolta della spazzatura e per l’efficienza e la qualità della fornitura di acqua ad uso umano.
f) Definire, una volta per tutte, lo smaltimento delle acque nere e realizzazione di idonee condutture di raccolta.
g) Realizzare il passante stradale di Ficarazzi iniziando, nel contempo, uno studio di fattibilità al fine di spostare il traffico veicolare, dall’attuale SS 114, con una bretella stradale da realizzare a monte, scavalcando Acitrezza, Aci Castello e Cannizzaro.
Aci Castello in armonia con l’ambiente ed il territorio
a) realizzare i Piani di recupero del Centro Storico, in modo ordinato tale da non sconvolgere l’armonia degli stessi Centri
b) istituire l’Ufficio del Piano, con funzioni di coordinamento, elaborazione e gestione della pianificazione urbanistica comunale;
c) istituire la Consulta Comunale al Territorio e all’Ambiente, quale luogo di partecipazione dei cittadini alle scelte dell’Amministrazione Comunale e del Consiglio Comunale nonché di elaborazione di idee e proposte;
d) realizzare, principalmente nella stagione estiva, una vera isola pedonale nei centri urbani, previa costruzione di nuovi parcheggi e di servizi di bus navetta;
e) attuare la raccolta differenziata, adottando incentivi per i cittadini, previo idonea campagna di informazione, sia nel pubblico che nel privato, con particolare attenzione al mondo della scuola.
f) eliminare gli sprechi per la locazione dei locali adibiti ad Uffici Comunali, riattando quegli edifici di proprietà Comunale ancora esistenti sul territorio o costruendo di nuovi.
Aci Castello che produce
a) la questione lavoro sarà posta al centro di una politica incentrata sullo sviluppo dell'economia del Comune;
b) realizzare le aree artigianali al fine di permettere ad una categoria, storicamente importante, di lavorare al meglio;
Aci Castello della cultura e dello sport
a) valorizzare il patrimonio Comunale, artistico, storico, attraverso un piano organico che ne consenta la fruizione e nel contempo la salvaguardia;
b) procedere al costante monitoraggio, ed alla messa in regola, sull'agibilità degli edifici pubblici del territorio Comunale;
c) creare un Centro di Educazione per Adulti che darà la possibilità a chi non ha potuto frequentare i normali corsi scolastici, di ottenere un titolo di studio o una specializzazione;
d) sostenere ed incentivare tutte le pratiche sportive attraverso una più equa distribuzione delle risorse finanziarie, basate non solo sull'entità delle spese sostenute, ma anche ad altri criteri, quali la possibilità di positivo sviluppo della disciplina, il merito degli atleti e delle squadre nelle competizioni , privilegiando la funzione sociale dello sport.
Aci Castello solidale
a) dare priorità alle Politiche sociali, ispirate ai valori di solidarietà, utilizzando tutti gli strumenti messi a disposizione dalla Regione, dallo Stato dall'UE;
b) rafforzare le reti di solidarietà, formate da volontariato e cooperazione sociale, e incentivare le forme di organizzazione spontanea delle famiglie e dei piccoli gruppi;
c) sviluppare il sostegno a domicilio per gli anziani;
d) favorire l'interlocuzione e l'integrazione dei cittadini extracomunitari.

CRITERI PER LA FORMAZIONE DELLA GIUNTA
Il candidato Sindaco saprà costruire una squadra amministrativa competente, capace di guidare il Comune fuori dalle secche dell’immobilismo, dando prospettive e sostenendo quell’innovazione culturale ed economica che altrove è già presente ed attiva, coinvolgendo il mondo della scuola e del volontariato e procedendo alla concertazione operativa con i comparti del turismo, del commercio, dell’imprenditoria, dell’artigianato e delle professioni, al fine di poter mettere a frutto le opportunità previste dal Governo Regionale, da quello Nazionale e dalla Comunità Europea.
I componenti della Giunta:
1) avranno dato prova, nella loro storia personale di capacità, di coerenza, di moralità e di immunità dal clientelismo;
2) metteranno a cardine del loro stile politico i valori della centralità della persona, della solidarietà, del diritto al lavoro e delle pari opportunità;
.

Finita la campagna elettorale, il Sindaco e la sua Giunta:
- sosterranno la dignità dei cittadini, uomini e donne e incentiveranno la loro partecipazione per decidere non solo per loro, ma con loro;
- non staranno con gli opportunisti, i manipolatori della verità ed i professionisti della politica;
- prenderanno esplicitamente e pubblicamente le distanze da quanti volessero condizionarli;
- sapranno intuire e denunciare la presenza di interesse illeciti nella gestione della cosa pubblica.

Aci Castello 13 Maggio 2009

ASSESSORI DESIGNATI:


SOLIDARIETA’ SOCIALE RENATO MENICHINI

SPORT E TURISMO GIUSEPPE ARDIZZONE

mercoledì 13 maggio 2009

PRESENTAZIONE LISTA E CANDIATURE IDV

Le foto del comizio di domenica scorsa che ha visto la presenza dell'On. LEOLUCA ORLANDO e del candidato alle europee DE MAGISTRIS, saranno a breve pubblicate.

lunedì 11 maggio 2009

SEZIONE APERTA!

LA SEZIONE DELL' IDV DI ACICASTELLO, IN VIA IV NOVEMBRE N.35 PIANO I, E' APERTA DALLE8 ALLE 12.30 PER TUTTI COLORO INTENDANO FIRMARE PER POTER COSI' FAR PRESENTARE LA NOSTRA LISTA ALLE PROSSIME ELEZIONI COMUNALI.
SERVE IL VOSTRO CONTRIBUTO.

giovedì 7 maggio 2009

SI COMUNICA AI SIMPATIZZANTI DI IDV CHE IL GIORNO 10 MAGGIO ALLE ORE 11.30 PRESSO LA "P.ZZA CASTELLO" DI ACI CASTELLO INTERVERRANNO, PER UN COMIZIO, L'ON. LEOLUCA ORLANDO E LUIGI DE MAGISTRIS

martedì 7 aprile 2009

Solo un mal pensante...

Saranno state senza dubbio solo coincidenze quelle che ieri mattina ho riscontrato avendo tra le mani un giornalino..un giornalino davvero ben fatto..
Ma andiamo con ordine.
Ieri mattina controllando la mia buca delle lettere trovo tra le inserzioni pubblicitarie un giornalino, a dir la verità lo stavo per buttare e invece lo prendo, gli do una prima occhiata e subito attira la mia attenzione: è davvero un giornalino ben fatto, snello, comodo da maneggiare e ha come oggetto il mio comune, Acicastello, ci saranno sicuramente, ho pensato, interessanti informazioni, utili al cittadino e magari riguardanti proprio la restituzione dei canoni dell'acqua...
...e invece...
Invece NO!
Già dall'indice si evince quale sia la sua caratteristica:organo ufficiale del Sindaco Raimondo!Si, avete letto bene: NON del Comune ma del suo Sindaco!
Vi sono infatti, raccontate le sue "gesta" e le sue "imprese" da Prima Cittadina, i lavori, guarda caso, iniziati solo nell'ultimo anno del suo mandato e i progetti da realizzare, e sempre guarda caso dall'anno prossimo in poi.
E' descritto insomma quanto piu di buono e meraviglioso abbia fatto la nostra amata sindaco.
Ma sono solo coincidenze.Si, solo coincidenze.

Solo qualche mal pensante, infatti, potrebbe affermare che la nostra Sindaco abbia concesso posti ed in carichi di lavoro, a spese del comune e quindi con i nostri soldi, per la realizzazione del giornalino; solo un mal pensante potrebbe sottolienare il fatto che il fantastico giornalino sia uscito in stampa solo pochi mesi prima delle elezioni di Giugno ("ANNO 1, NUMERO 1": arriverà mai al NUMERO 2?e al NUMERO 3?... ); solo qualche mal pensante potrebbe insinuare che la Sindaco e la sua Giunta stia utilizzando sempre soldi pubblici per farsi campagna elettorale.

Solo qualche mal pensante, infatti.

martedì 17 marzo 2009

IMMUNITA'

RIDIAMO TANTO PER NON PAINGERE...

martedì 10 marzo 2009

Dipartimenti Tematici

I dipartimenti tematici costituisco il "laboratorio politico" di Italia dei Valori e come tale rappresentano lo strumento attraverso il quale:

predisporre la piattaforma programmatica con la quale presentare agli elettori il progetto di società che si vorrebbe vedere realizzata e verso la quale tenderanno le azioni intraprese e da intraprendere;
confrontarsi con le altre forze politiche, sia di maggioranza che di opposizione, su singoli temi rilevanti di politica economica, sociale o istituzionale;
reagire con rapidità e immediatezza alle singole problematiche che quotidianamente vengono alla ribalta nella vita pubblica per effetto della azioni del governo nazionale, di quello dell'Unione Europea o di fatti internazionali di particolare significatività.
Per tali motivi i Dipartimenti Tematici sono una struttura aperta verso l'esterno alla quale chiunque (militanti, iscritti, simpatizzanti) può rivolgersi per suggerire temi da trattare, inviare documenti, relazioni e proposte. Non vanno intesi come circoli chiusi ma organismi aperti a chiunque abbia, per storia personale e competenze comunque acquisite, le caratteristiche per farne parte.

Abbiamo individuato le seguenti aree tematiche:

Sanità
Istruzione
Università e Ricerca
Giustizia
Sport
Turismo
Attività Culturali
Lavoro
Formazione Politica
Ambiente
Trasporti
Economia
Riforme Istituzionali
Enti Locali

Chiunque voglia dare il proprio contributo patecipando e facendo parte di uno o più Dipartimenti Tematici può compilare il modulo di richiesta e farcelo prevenire:
attraverso posta elettronica inviandolo a info.sicilia@italiadeivalori.it
attraverso la posta ordinaria a "Italia dei Valori Sicilia - via Rosolino Pilo n°20, 90139 Palermo"
via fax allo 091 6125677

APPELLO ALLE DONNE SICILIANE

CORRIAMO IL RISCHIO DI METTERCI IN GIOCO
In Sicilia abbiamo tante donne brave, impegnate, donne con competenze ed esperienze degne di merito,
donne che hanno mostrato serietà , correttezza e tenacia per le battaglie condotte nel sociale a fianco dei
più deboli, nelle associazioni, nel volontariato o semplicemente in prima persona senza clamori ma con
grande solidarietà.
Basta con i partiti che scelgono i loro rappresentanti in lista nelle segrete stanze stile lobby, basta con le
raccomandazioni ed i portaborse, tutto ciò ha portato il nostro Paese allo sfascio, agli inciuci, alle caste ed a
sprechi inauditi, non solo di denaro pubblico ma anche di risorse umane.
Devono essere i cittadini a scegliere chi mandare al Governo, anche e nonostante leggi elettorali inique , che
danno potere solo ai partiti di scegliere yes men o persone incompetenti, ma ubbidienti ed ossequiosi,
Italia dei Valori desidera coinvolgere persone vere ed impegnate , ma soprattutto DONNE competenti e
disposte a rappresentare i cittadini e, vista la scarsa rappresentanza femminile nel nostro Parlamento , Italia
dei Valori vuole coinvolgere più donne per realizzare davvero una vera democrazia rappresentativa e
partecipativa.
Lanciamo, quindi, un appello a tante donne che hanno deciso di mettersi in gioco, di non stare più a
guardare, a donne che intendono partecipare con impegno alle attività nel nostro partito.
Nonostante i proclami vuoti e falsi di una partitocrazia vecchia ed anacronistica, le donne che fanno politica
sono tante, ognuna in modo diverso, ognuna nel suo territorio, ognuna con il suo vissuto, ma sono poche
quelle che riescono ad arrivare nei luoghi del potere per poter mettere nell’agenda politica i problemi reali
delle persone .
Considerato che:
- Le donne costituiscono il 52% del totale della popolazione italiana, ma la loro rappresentanza nei
luoghi elettivi e nelle cosiddette “stanze dei bottoni” è percentualmente minima;
- I diritti delle donne spesso non vengono tutelati ed i nostri politici non mettono in agenda adeguate
proposte per una politica di welfare che sia in grado di dare servizi anche di minimo livello alle
donne che lavorano, sostengono l’economia e la famiglia, mentre crescono figli ed aiutano i genitori
anziani;
- Le donne non aspirano solo alle quote rosa – adatte solo a minoranze da proteggere o ad animali in
estinzione- ma desiderano mettere al servizio della società e dei cittadini le loro competenze ed il
loro lavoro analizzando fatti e situazioni secondo il loro punto di vista diverso e complementare
- Considerato tutto quanto sopra esposto, noi di Italia dei Valori abbiamo deciso di lanciare un appello
a tutte voi per far conoscere agli elettori chi si propone per le sfide elettorali, le loro competenze ed i
trascorsi politici o lavorativi.
Le Referenti provinciali di Italia dei Valori sono a vostra disposizione per qualsiasi informazione in merito e ,
comunque ci ripromettiamo di organizzare nei prossimi mesi un incontro in ogni città per parlare insieme a
voi di questo impegno e per chiarire eventuali dubbi.
La possibilità reale che alcune cose possano cambiare richiede assunzione di responsabilità e
profusione di impegno, significa studiare, approfondire, analizzare problemi, criticità e falle del
sistema, significa conoscere il proprio territorio ed i suoi cittadini e comprenderne le priorità,
tentando di risolvere in primo luogo ciò che genera disagio, discriminazione ed addirittura dolore o
sopraffazione per alcuni.
Ritengo che le donne abbiano il coraggio di accettare la sfida, la tenacia per provarci e la voglia di
esserci.
Se non ora, quando?

Ornella Speciale
Responsabile Regionale IDV-Donne Sicilia

domenica 1 marzo 2009

ITALIANIIII!!!!!SVEGLIAAA!!!

IL VENTENNIO BERLUSCONIANO:


giovedì 26 febbraio 2009

giovedì 19 febbraio 2009

TERREMOTO NEL PD

Nessuno è in grado di dire se il Partito Democratico esisterà ancora una volta superata la boa delle prossime elezioni europee. Dopo aver letto le parole usate mercoledì da Walter Veltroni nel suo discorso di commiato, un fatto è comunque chiaro. L'ex segretario non ha capito perché milioni di cittadini hanno smesso di votare per il suo partito. Non ha capito o, forse, come fanno altri dirigenti del Pd, ha fatto finta di non capire.Il tarlo che sta erodendo quella formazione politica ha infatti un nome preciso: credibilità. Il Pd perde perché non è credibile. E non è un problema di idee o di progetti. È invece una questione di uomini e di comportamenti.Il continuo susseguirsi di scandali, le mancate dimissioni di chi ha fallito come amministratore pubblico (vedi Campania), la decisione di non sottrarsi alla logica delle nomine partitocratiche nella Rai, nelle authority e in ogni altro ente, hanno finito per togliere agli elettori di centro-sinistra anche le ultime illusioni. A poco a poco il mito della differenza, della diversità dal centro-destra, è venuto a cadere. Per questo è il caso di ricordare che, paradossalmente, il Pd era entrato in crisi già due anni prima di nascere. Aveva cominciato a morire alla vigilia delle elezioni del 2006 quando fu pubblicata (da "Il Giornale") una celebre telefonata tra Piero Fassino e il big boss di Unipol, Giovanni Consorte, in cui l'allora segretario dei Ds diceva «Siamo padroni di una banca». È stato da quel momento in poi che Silvio Berlusconi ha potuto cominciare a ripetere «anche loro sono uguali» venendo sempre più creduto. Giorno dopo giorno, infatti, ci pensavano le pagine di cronaca (spesso nera) dei giornali a dargli ragione. A un situazione del genere il centro-sinistra prima, e il Pd poi, avrebbe potuto (e dovuto) reagire con dei gesti forti e simbolici. Invece non è accaduto nulla. Il gruppo dirigente è rimasto immobile. Veltroni ha taciuto. O ha parlato troppo poco. E dal Pd se ne sono così andati i migliori. Gli elettori.

Peter Gomez

venerdì 30 gennaio 2009

LA LUNA E IL DITO

Di Piazza Farnese è stato taciuto tutto, ad eccezione dell’inutile. E da oggi è calato il silenzio, la Rete ha zittito le menzogne.
Repubblica ha ricevuto migliaia di commenti di cittadini indignati, l’Unità e Corriere idem. Venti minuti dopo la fine di Piazza Farnese tutta la manifestazione era su You Tube, mentre le redazioni correvano affannate a costruire la loro notizia. Questo non era stato previsto dai direttori dei media.
Nessuno, se non la Rete, ha parlato dell’Associazione Nazionale Vittime di Mafia, nessuno ha riportato le parole di Salvatore Borsellino, di Beppe Lumia, di Sonia Alfano, di Beppe Grillo, nessuno ha riportato i nomi fatti in quella piazza, né dei "cattivi" quali Marcello Dell’Utri, Vittorio Mangano, Angelino Alfano, Cesare Previti, né dei "buoni", Luigi De Magistris, Luigi Apicella, Clementina Forleo. Nessuno ha parlato di mafia, di camorra,’ndrangheta e di finanziamenti europei. Nessuno ha parlato della luna, solo del dito.
Si è parlato solo delle mie presunte offese a Napolitano, offese che non c’erano, mai esistite. Di critiche invece si, ne ho fatte, e le ribadisco. Così come ne hanno fatte l’85% degli italiani non ritenendolo un buon “custode della Costituzione” (guarda il sondaggio di MicroMega).
La luna ieri si chiamava Piazza Farnese, ma cambia nome ogni giorno. Oggi sono le intercettazioni che i cittadini vogliono (guarda il sondaggio del Sole24Ore), ma che il Parlamento (senza Italia dei Valori ovviamente) si accinge ad eliminare nei fatti con una legge che cambierà la storia del Paese e lo consegnerà a spacciatori, assassini, bancarottieri, camorristi, corruttori, e politici deviati. Una legge dagli effetti devastanti e di gran lunga peggiori di quelli dell’indulto.
La luna oggi è anche il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) presieduto da Francesco Rutelli che ha convocato De Magistris per le intercettazioni dell'archivio Genchi predisposte dal pm. Un atto intimidatorio compiuto dall’alto di un’istituzione. Oltre ad essere, il presidente del Copasir, Francesco Rutelli, colui che vorrebbe denunciare De Magistris.
Quante lune e quanti disinformatori ci sono in Italia?
Se è vero che Il Giornale rappresenta la macchietta dell’informazione, da altre testate ci si aspetta la denuncia di simili porcate. Da Il Corriere della Sera, da Repubblica i cittadini si aspettano un’informazione imparziale, almeno vagamente imparziale.
Ho il dovere di ricordare a chi fa informazione che il palo del delinquente in una rapina, il "guardaspalle del carnefice" in una mattanza, ha le stesse responsabilità di chi compie il reato.

dal blog di dipietro

lunedì 26 gennaio 2009

LA GRANDE BUFALA DI BERLUSCONI.

Nell’ottobre ‘96, dovendo giustificare con i rispettivi elettori l’inciucio della Bicamerale, destra e sinistra presero per buona la bufala del “cimicione” che Berlusconi disse di aver trovato nel suo studio e attribuì alle “procura deviate”. Poi si scoprì che era un ferrovecchio inutilizzabile, piazzato in casa sua da un amico del capo della sua security incaricato di “bonificargli” la reggia. Ma intanto la Bicamerale era nata e il cimicione-truffa aveva svolto la sua sporca funzione. Ora Al Tappone ci riprova con un’altra superballa, assecondato al solito dalla presunta opposizione e dai giornali: il presunto “scandalo” dell’“archivio Genchi”, che dovrebbe spianare la strada alla controriforma delle intercettazioni. Gioacchino Genchi è un funzionario di polizia, in aspettativa da anni, che collabora con la magistratura fin dai tempi di Falcone, ha fatto luce sulle stragi di mafia, ha risolto decine di omicidi insoluti e tuttora collabora con varie Procure in indagini su malaffari, mafioserie e fatti di sangue. Che fa Genchi: intercetta? No, non ha mai intercettato nessuno. Dunque, qualunque cosa si voglia sostenere sulla sua attività, non ha alcun legame con la legge anti-intercettazioni. Che fa allora Genchi? I magistrati,secondo la legge, dispongono intercettazioni e acquisizioni di tabulati telefonici. Poi li passano al consulente tecnico, che li “incrocia” grazie a software sofisticati e relaziona sui contatti telefonici fra indagati intercettati e non indagati. Genchi l’ha fatto anche nelle indagini di De Magistris, prima che fossero scippate al titolare. Tutte le cifre che si leggono sui giornali e i commenti dei politici (compreso l’ineffabile presidente del Copasir Francesco Rutelli, amico dell’indagato n.1 di “Why Not”, Antonio Saladino) sono falsi o manipolati o frutto di crassa ignoranza. Chi si scandalizza per le “migliaia di telefoni controllati per conto di De Magistris”, chi strilla perché fra quei numeri ci sono quelli di “molti non indagati”, di parlamentari non intercettabili, di agenti segreti, non sa quel che dice. O mente sapendo di mentire. Per conto di De Magistris, Genchi ha trattato 730 utenze, appartenenti a un numero molto inferiore di persone (ciascuna usa più telefoni e più schede): fra queste ci sono decine di indagati e centinaia di non indagati. Com’è inevitabile, visto che i tabulati indicano chi chiama chi, chi viene chiamato da chi, e da dove, e a che ora, ma non il contenuto della conversazione. E ciascun indagato parla con decine di non indagati. Nessuno può sapere chi sono queste persone (onorevoli? agenti segreti? papi?), finchè non si risale al titolare dell’utenza. Solo dopo, se l’utente è coperto da immunità o altri privilegi, si provvede a fermarsi o a chiedere il permesso. In ogni caso è impossibile violare segreti di Stato leggendo il tabulato di una spia (non si sa cosa dice), né intercettandola: la legge vieta a militari e agenti segreti di “trattare al telefono argomenti classificati”. Se uno 007 parla al telefono di segreti di Stato, è lui a violare la legge, non chi lo ascolta.


di marco travaglio

sabato 17 gennaio 2009

NOI SIAMO SERENI

Il partito sta vivendo in maniera molto serena le vicende di queste prime settimane del nuovo anno. Siamo sereni perché l’Italia dei Valori non ha nulla da nascondere. Stiamo ai fatti.Ieri Di Pietro si è recato a Napoli per rilasciare deposizioni spontanee ai Magistrati che stanno indagando su Romeo e i suoi rapporti con la politica.Ha spiegato i motivi per i quali è stato rimosso Mautone chiarendo ogni cosa, e la sua deposizione è stata definita dagli stessi magistrati di estrema utilità. E sono stati sempre loro a definire l’iscrizione al registro degli indagati di Cristiano “un atto dovuto per proseguire l’attività investigativa”.Vorrei sottolineare, che Di Pietro ha esortato i giudici a non aver alcun riguardo nel portare avanti l’inchiesta nei confronti di Cristiano, parenti o esponenti del partito.Ancora una volta, personalmente, ritengo che l’Italia dei Valori sta dimostrando con i fatti la sua diversità rispetto agli altri partiti. Noi, come ha fatto Di Pietro, ci mettiamo a disposizione dei magistrati e offriamo loro tutti gli elementi che consentano di portare avanti più velocemente un’inchiesta. Altri preferiscono inventarsi leggi e leggine per bloccare l’operato della magistratura. Cristiano Di Pietro si è dimesso dal partito non appena sono state pubblicate le intercettazioni, senza se e senza ma. E dimettersi dal partito rappresenta, a tutti gli effetti, un atto umanamente e politicamente più forte rispetto a quello di abbandonare la carica elettiva. Confesso di aver apprezzato molto il suo gesto.Per quanto riguarda Napoli e la Campania, oggi su alcuni giornali si parla di alcuni nostri esponenti indagati, ma in alcuni casi si confonde tra l’essere citati nelle intercettazioni e l’aver ricevuto un avviso di garanzia. Ad ogni modo, c’è stato un nostro ex deputato, Porfidia, che si è autosospeso senza neanche aver ricevuto un avviso di garanzia, solo per salvaguardare l’onorabilità del partito. Ciò che è fuor di dubbio, è che la dirigenza non coprirà mai nessuno del partito che si sia macchiato di un reato. Certo risulta un po’ strano che quando la dirigenza nazionale apre un’inchiesta interna, proprio chi ha soffiato sul fuoco contribuendo ad esacerbare il clima di sospetto e tensione, non sia presente per argomentare le proprie posizioni ed offrire così l’opportunità di comprendere la realtà dei fatti.Ritengo di fondamentale importanza sottolineare la decisione presa ieri dall’Ufficio di presidenza di sottoporre al prossimo Esecutivo nazionale la sottoscrizione di un codice etico nel quale, partendo dall’esempio di Cristiano Di Pietro e dell’on. Americo Porfidia: chiunque sia gravato da un’ipotesi di illegalità, si deve autosospendere, fino a quando non verrà dimostrata la sua piena estraneità.Siamo tranquilli, e ci riesce ancor più facile esserlo alla luce dei 2 sondaggi pubblicati nei giorni scorsi. Secondo i dati rilevati nei primi 10 giorni di gennaio, dunque con la gente ampiamente a conoscenza delle vicende in questione, siamo a percentuali molto alte, addirittura al 10%. Una prova inconfutabile che i cittadini comprendono a pieno la differenza di comportamento e, soprattutto, distinguono le notizie dagli attacchi strumentali.

dal sito dell IDV

venerdì 9 gennaio 2009

SAPORE DI SALE

Tratto dalla rubrica di Marco Travaglio sull' Unita', Zorro:

Anni e anni a invocare il “primato della politica”, poi si scopre che la politica riesce a fare benissimo quel che non dovrebbe (occupare l’intera società) e malissimo quel che dovrebbe. Alla sindaca-manager Morticia Moratti è sfuggito che d’inverno nevica e sono consigliabili strumenti altamente tecnologici tipo il sale. Rosa Russo Provolino, per rabberciare una giunta che duri un paio di giorni, registra le riunioni coi presunti alleati: prima che ci pensino i giudici, i politici s’intercettano da soli. E’ questa la politica che dovrebbe salvare il Csm dalla politicizzazione raddoppiando i membri politici, con la cura omeopatica Violante-Ghedini-Mancino. Per fortuna a Porta a Porta gli onorevoli indagati Margiotta, Bocchino e Lusetti restituiscono credibilità alla politica processando i propri giudici (ovviamente assenti). Appositi attori leggono intercettazioni a manetta. Gasparri ricorda che ciò non garba al premier padrone, almeno quando lo fa Santoro, ma Vespa lo ferma: “Da noi è diverso, noi abbiamo sempre chiesto una legge che vieti di divulgarle”. Le manda in onda, ma prega il governo di vietarglielo. Alla fine, oltre ai pm di Potenza, Napoli e Pescara, salta fuori il vero colpevole: Di Pietro, che infatti non è indagato. Buttiglione freme di sdegno per la “perdita di credibilità della politica” che si “occupa d’affari”: tipo Cuffaro, che concordava con Aiello le tariffe delle sue cliniche in una boutique, dunque sta in Senato nell’Udc di Buttiglione. Gasparri invoca “trasparenza” (dagli altri) perché “la politica è reputazione”. Per chi ne ha una, s’intende.